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Data: 28/04/2022 -

Decreto Crescita, il presidente AIC Calcagno: "Da abrogare, danno per il calcio"

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Le parole del presidente dell'Associazione Italiana Calciatori Calcagno sull'abrogazione del Decreto Crescita
Le parole del presidente dell'Associazione Italiana Calciatori Calcagno sull'abrogazione del Decreto Crescita

Parole forti e importanti da parte del presidente dell'Associazione Italiana Calciatori Umberto Calcagno. Il numero uno dell'AIC, infatti, è intervenuto tramite una nota ufficiale sull'argomento Decreto Crescita.

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Decreto Crescita, la nota ufficiale di Calcagno

Di seguito, la nota ufficiale sul Decreto Crescita del presidente dell'AIC Calcagno: La soluzione dei problemi del calcio italiano non può essere ulteriormente rimandata continuando a fare demagogia e indicando che il problema è sempre un altro, frase che ha come unico obiettivo quello di non risolverne nessuno. L'abuso del Decreto Crescita è evidente a tutti ed è un danno per il calcio italiano. Serviva solo per i campioni ma la realtà è un’altra”.

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Ancora Calcagno: "Era da abrogare, poi è stato chiesto un tetto. Ora non va bene neanche il tetto. Prima il problema erano le grandi squadre, ora sono le piccole. Intervenire sul Decreto Crescita non risolverà tutti i problemi, ma da qualche parte bisogna pur iniziare. Non ci si può lamentare che non crescono i giovani, che non ci sono selezionabili per la Nazionale e poi appoggiare l'incentivo per tesserare calciatori stranieri. Se non si vogliono risolvere i problemi lo si dica chiaramente, senza continuare a sostenere che ‘il problema è sempre un altro’".

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Decreto Crescita: cos'è e che effetti ha sul calcio

Il Decreto Crescita è un decreto legge pubblicato il 30 aprile 2019 che prevede una serie di misure finalizzate alla ripresa della crescita economica e degli investimenti in Italia. Ha avuto effetti sul calciomercato italiano a partire dalla sessione di calciomercato di gennaio 2020. Il vantaggio principale per i club italiani consiste nella tassazione agevolata (sul 25% del reddito invece del 45%) per i lavoratori (in questo caso calciatori) che non sono stati residenti in Italia nei due anni precedenti e che si sono impegnati a farlo per i due successivi. Questa normativa, dunque, permette alle squadre italiane di ingaggiare più facilmente calciatori internazionali, potendo offrire ingaggi netti più alti rispetto al passato.

Tags: Serie A



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