Una sfida affascinante e diversa quella scelta da Roberto De Zerbi, che dalla prossima stagione sarà l’allenatore dello Shakhtar Donetsk. Una scelta dettata dalla voglia di conoscere cose nuove, sia calcisticamente, che umanamente, come ha raccontato al Corriere dello Sport: “Intendo imparare a gestire tre partite settimanali con organici ricchi di stranieri e misurarmi con una lingua nuova. Voglio diventare padrone dell’inglese”.
"Gavetta in panchina? Con la stessa passione che avevo da calciatore"
Un percorso cominciato da Foggia nel 2014: “So che ho fatto la gavetta, portandomi addosso la passione che avevo da giocatore”. Già, anche quando correva in mezzo al campo si è sempre mostrato pronto a nuove sfide: “Ho giocato ovunque ma chi ha avuto modo di farlo con il Napoli e con il Cluj può essere pronto a qualsiasi esperienza. Io lì, tanto al Napoli quanto al Cluj, ho avvertito un mutamento umano e professionale che mi ha segnato, migliorandomi”.
"Locatelli e Berardi? Soddisfazione ma io sono solo la punta dell'iceberg"
Migliorati tantissimo anche Locatelli, Berardi, suoi pupilli al Sassuolo e oggi titolari con la nazionale: “Io non ho meriti, sono probabilmente solo la punta dell’iceberg. Però è stata un gran soddisfazione vederli così integrati e funzionali al gioco di Mancini”.
"Dispiace privarmi di un confronto così elevato con i colleghi"
Infine, un commento sui “volti nuovi” delle panchine di Serie A, tra cui Allegri, Mourinho, Sarri e Spalletti: “Devo dire che mi spiace privarmi di un così elevato confronto con colleghi dei quali ho il massimo rispetto e una stima assoluta. Sono allenatori da inserire nella categoria dei top, alla quale appartengono anche Pioli e Gasperini”. Il suo preferito, però, rimane sempre lo stesso: “Penso che Guardiola rappresenti il non plus ultra”.
L’INTERVISTA COMPLETA SULL’EDIZIONE ODIERNA DEL CORRIERE DELLO SPORT