A Venegono Superiore c’è la casa di una famiglia molto unita. Speciale. Questa è una zona della Lombardia che respira calcio da sempre, a pochi passi infatti ci sono Milanello e Appiano Gentile: due luoghi dalla discreta storia. Noi, però, abbiamo deciso di viaggiare in un posto a sé, forse unico nel suo genere: semplicemente il mondo della Varesina. Una società giovane e piena di passione. Dove ‘la vittoria è nel cuore di chi lotta’, frase a caso? Macché, trattasi del motto societario stampato in grande all’ingresso del centro sportivo. Un stimolo per chi entra, un orgoglio per chi ci aspetta. Ed è subito una sensazione bellissima, aria di calcio ovunque: colori (il rossoblù), passione e tanta professionalità. Insomma, qui gli stimoli non mancano. Tra curiosità e una piacevole stretta di mano:“Siamo nati solo nel 2010, da un'intuizione dell'attuale vicepresidente Pasquale Cuscunà, ma è stata da subito una rapida scalata: dalla terza categoria alla Serie D”, ci spiega l’addetto stampa Roberto Bulgheroni. Questione di umiltà, ma non solo. Perché qui di mezzo c’è un immenso desiderio di stupire, e allora - dopo 3 anni di adattamento in D - adesso la Varesina in prospettiva sogna la C. Ci vorrà del tempo, sì, ma intanto i fatti, con una squadra fresca e completamente rinnovata. Ah, in questo viaggio c’è un capitolo ancora più incredibile, una storia che vale davvero la pena raccontare. E così, mentre scopriamo i valori e l’origine di questa squadra, dagli spogliatoi esce un faccia conosciuta, un volto da grande calcio: “Piacere, Wilfred Osuji”. Sorriso, gambe da mediano e, soprattutto, occhi pieni di emozione. Sì, perché il #nuovoinizio di questo ex protagonista della Serie B parte proprio dalla Varesina: e allora pronti, sogniamo con loro.
Il nuovo mondo di Osuji
Seduto sulle tribune del suo nuovo stadio. Willy, circondato dal rossoblù, guarda il campo in cui si allena e dove nel weekend lotta con la Varesina: “Sono venuto qui con tutta l’umiltà di questo mondo, adesso mi sento libero e sereno mentalmente. Credo in me stesso. E soprattutto spero di poter giocare con continuità, senza infortuni”. Osuji si racconta e apre il suo cuore ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com. Lui, quel ragazzo cresciuto a Milanello nella Primavera rossonera, un calciatore con 143 presenze in Serie B. Ma allora perché un giocatore, a soli 27 anni, dovrebbe decidere di scendere così nettamente di categoria? “Questione di felicità, valori. A Modena, nonostante mi avessero proposto quattro anni di contratto, quest’estate non ho rinnovato. Tutte le squadre che mi chiamavano sembravano avessero dubbi. Una società, addirittura, voleva inserire una clausola in cui ‘se mi fossi infortunato non mi avrebbero pagato’. Insomma, non volevo firmare e non avere alcuna sicurezza. Volevo tornare a dimostrare senza alcun vincolo il mio valore”. Tra stimoli differenti, nuovi obiettivi e tanta voglia di stupire: “Ora penso solo al presente, cercherò di dimostrare che sto bene in ogni mio punto di forza: fisico e mentale. Allo stesso tempo, però, guardo anche al futuro e spero di far vedere a tutti quanto sono migliorato. Non vedo l’ora del weekend per scendere in campo, ogni volta con più passione e adrenalina”.
Cambiamenti
Alla Varesina il progetto non manca. Umiltà, sì, ma tanta sana ambizione: “Willy per noi è un valore aggiunto, sia come uomo che come giocatore. A Modena è rimasto senza contratto, in estate ha ricevuto diverse proposte, dall’Olbia al Brescia, ma lui ha voluto venire ad allenarsi con noi. Wilfred a Varese ha gli amici, è come se fosse tornato a casa”. Parola di Massimo Radicchi, il direttore sportivo della squadra, una figura esperta e lungimirante. Ex capo osservatore del Milan in Toscana, dal rossonero al...nerazzurro: “Perché la Varesina è centro di formazione Inter, l’anno prossimo ci arriveranno tanti loro giocatori”. Sfumature di grande calcio in un mondo completamente rossoblù, quello che è diventato la nuova casa di Osuji: “In B i ritmi erano un po’ più alti. Adesso con la squadra ci alleniamo una volta al giorno, ma io a casa mi alleno anche da solo in un centro dove ho a disposizione diverse attrezzature. Vivo a Varese, con mia moglie e mio figlio”. Il nuovo Osuji ha trovato una grande forza speciale in questa semplice quotidianità: “Il direttore Radicchi lo chiamo zio, ci conosciamo da sempre. Sono cresciuto a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, in casa di un suo collega osservatore, abbiamo un rapporto fantastico. Quest’estate soffrivo ancora per un infortunio patito a Modena un anno fa, allora ho deciso di partire in ritiro con la Varesina”. E mentre si allenava per ritrovare la forma, Willy ha capito di trovarsi nella squadra giusta per tornare protagonista: “L’approccio è stato quello giusto. I compagni mi hanno dimostrato tanto e io mi sono subito affezionato. Ah, uso quest’intervista per ringraziarli. Devo tutto anche al presidente Aquilino Di Caro, al mister Marco Spilli e al presidente onorario Umberto Belletti, una persona veramente speciale e carismatica”. Il Signor Belletti è il papà, ovvero il fondatore, dello Scoiattolo, il raviolificio di famiglia, La grande famiglia Belletti-Di Caro gestisce l'azienda che contribuisce in modo determinante alla valorizzazione della squadra.
Sfumature di Osuji
Una vita a colori, quella di Wilfred. Perché se adesso il tema è il rossoblù, in origine il suo cuore batteva di rossonero: “Quanti ricordi al Milan, che momenti”. Impossibile, quindi, non chiedere a Osuji aneddoti e curiosità di quell’esperienza a Milanello: “Un altro pianeta. Pazzesco. E quando mi allenavo in prima squadra quante risate con Nesta e Kaladze. Loro sapevano della mia paura del sangue e degli aghi, e allora mi inseguivano per tutto Milanello con una siringa finta. Ero il loro fratellino”. Attimi unici e ricordi meravigliosi: “In panchina, oltre ad Ancelotti in prima squadra, in Primavera c’era Evani. Definirli due maestri sarebbe riduttivo”. E poi le amicizie, rapporti duraturi: “Legai tanto con Darmian e Paloschi e sono amico di Aubameyang. Ci siamo sentiti quest’estate quando era al centro della trattativa con il Milan: parliamo spesso, anche se è parecchio tempo che non ci vediamo”. Ah, e Osuji col suo cellulare che rapporto ha? “In realtà non ho scaricato nessuna applicazione (ride ndr), io mi diverto solo grazie al campo: è la mia vita il calcio. Per me è un gioco, quando tocco il pallone dimentico tutti i miei problemi. Sorrido e mi sento bene”. Questione di allegria e sincerità: “In Primavera c’era anche Antonio Donnarumma, è un ragazzo eccezionale. Quante emozioni condivise con lui, eravamo anche in classe assieme. Su Anto quest’estate si sono dette troppe cose, lui è un ragazzo d’oro”.
Dalle capriole come esultanza alla passione per la danza. “E quando sono a casa gioco a Texas Holdem”. Gioie e dolori, “ho avuto diversi infortuni, l’anno scorso mi sono fatto male 2 volte e nel 2005 a Modena ho sofferto davvero tanto”. La forza, però, sta sempre nel rialzarsi: “Sono andato a Monaco dal dottor, Muller-Wohlfahrt, facevo la fisioterapie e riabilitazione assieme a Usain Bolt. Quello è stato un periodo decisivo per la mia carriera: mi hanno insegnato tanto, ho ritrovato la positività per andare avanti”.
(Il ds Massimo Radicchi
E adesso il presente alla Varesina, la squadra giusta per rinascere. Un scommessa per entrambi, un valore aggiunto per il gruppo allenato da Marco Spilli: “Qui ci sono giovani dal futuro in divenire, sono ragazzi con ottime prospettive”, merito soprattutto del lavoro del ds Radicchi, bravo con la sua rete di scout a pescare talenti da tutta Italia: “In estate abbiamo fatto un gran lavoro di completamento. In porta è arrivato Carlo Maria Del Ventisette, l’anno scorso vice di Plizzari al Milan. E poi, in difesa, abbiamo preso Matteo Vittorini, capitano del Livorno campione Beretti. Dall’Atalanta, invece, è arrivato in prestito Davide Ghidini”. Loro e molti altri. Perché a Venegono Superiore c’è la casa di una famiglia molto unita. Speciale, quella della Varesina.