Sudamerica. Cali, terza città colombiana per popolazione (2,5 milioni di abitanti). Lì dove convivono musica, divertimento ma anche pandillas (gang di trafficanti di droga) e povertà. E dove non manca la passione per il calcio. Yepes, Ibarbo, Duvan Zapata, Murillo sono figli di Cali, partiti da quel tipo di società che tra le poche alternative sembra non darti quella di una vita tranquilla. Una possibilità però è quella che deriva da piedi buoni, corsa e personalità. L’aspirazione è il campo da gioco, la speranza un buon club, il sogno la Nazionale o una Big europea.
C’è un ragazzo a Cali che si è candidato, con i numeri, a nuovo interprete di questa parabola: il suo nome è Jeison Steven Lucumí Mina, meglio conosciuto come Lucumì, trequartista classe ’95 in forza all’America de Cali. Talento cristallino tra i giocatori della Primera colombiana. Nasce nei Barrios de Oriente, luogo in cui l’unica legge che esiste è quella della criminalità. Non per la madre e la nonna di questo ragazzo però, che fin da piccolo riescono a proteggere dal (corto)circuito povertà-malaffare che difficilmente ti lascia una volta catturato. Così Jeison cresce sulla strada, ma non quella cattiva, quella su cui prende a calci una lattina di Pepsi. Finché il cemento diventa un campo e la lattina un pallone. E finché incontra sul suo cammino la prima opportunità: il Pony Fútbol, torneo dove i migliori osservatori colombiani cercano le future promesse dei Cafeteros. L’occasione sfuma però, i soldi non ci sono e i documenti arrivano tardi. La mamma insiste, convinta che la strada di Jeison sia quella: lo iscrive in un club semi-professionistico. Approda al settore giovanile del Depor F.C. de Cali (seconda divisione colombiana).
Il debutto in prima squadra arriva nel 2012. Titolare fin da subito e tra le prestazioni convincenti e le 5 reti in 32 partite, i “Diablos Rojos” dell’America de Cali si convincono a investire sul ragazzo. A 19 anni dunque fa parte di uno dei club più prestigiosi della nazione anche se retrocesso in seconda divisione. Segna 7 gol in 32 partite nella prima stagione ed è amore coi suoi tifosi. Il punto più alto però deve ancora arrivare: Sudamericano Under 20, Uruguay, 2015: contribuisce con 4 gol al secondo posto dei Cafeteros. Davanti ai colombiani l’Argentina del “Cholito” Simeone, capocannoniere del torneo. Gli occhi dell’Europa osservano Lucumì, che attira su di sé l’interesse di diversi club spagnoli e olandesi. Lui prosegue la sua crescita nell’America de Cali, che torna in Primera A nel novembre 2016. La sua prima stagione nella massima divisione la raccontano i suoi gol: 10 in 19 partite. Due reti pesano più delle altre: quelle con cui l’America si aggiudica i derby con il Deportivo de Cali. Il “clasico vallecaucano” l’ha deciso Lucumì, sia all’andata, con un tiro da fuori area, che al ritorno, dopo appena 15 secondi di gioco. Trequartista, esterno offensivo o prima punta all'occorrenza, palla al piede sembra insuperabile. Ma è anche uomo-assist a servizio del compagno di squadra Cristian Martínez Borja.
Giocatore inamovibile della Colombia under 23, l’appeal per compiere il grande salto non gli manca, mentre aspetta la chiamata in Nazionale maggiore che sarebbe alle porte. Mario de Rossi e Julian Valencia, intermediari esclusivi del calciatore in Europa, stanno già valutando offerte dai “grandi” del vecchio continente.
“El Diablo Rojo” è pronto a salutare Cali, perché quella “lattina di Pepsi”, Lucumì la vuole portare oltre la Colombia.