Due maglie cucite sulla pelle, una Nazione nel cuore: Igor Akinfeev è una di quelle bandiere che nel calcio di oggi sembra impossibile incontrare. La carta d'identità dice 32 anni, neppure troppi per un portiere, e garantisce al numero 1 della nazionale russa qualche altra stagione ad altissimi livelli. Dove? Al CSKA, naturalmente. La squadra per la quale Igor, classe 1986, scende in campo dal... 1993. Da quando aveva 7 anni.
Dieci anni con le formazioni giovanili nella capitale, poi l'esordio in prima squadra nel 2003: un anno più tardi, Akinfeev era già a difendere i pali della Nazionale. Eppure, quindici stagioni con il CSKA, unica squadra della sua carriera, accompagnati da altri quattordici al servizio dell'Armata Rossa, non sono bastate al portierone per entrare nel cuore degli appassionati di calcio made in Russia. Così stavano le cose, almeno fino a qualche ora fa.
Il motivo è facile da immaginare. Da Mondiale a... Mondiale, un salto indietro nel tempo può fornire qualche spiegazione: Rio de Jainero, 2014. La Russia di Fabio Capello non si riesce a qualificare agli ottavi di finale, rimane fuori dopo tre partite e paga a caro prezzo i pareggi contro Algeria e Corea del Sud. Protagonista "al contrario", quella volta, fu proprio Igor, autore di due gravi errori (da cui i gol delle avversarie) e responsabile n.1 del fallimento della Nazionale. La fiducia e l'affetto dei suoi connazionali, per Akinfeev, sembravano allora quasi irrecuperabili.
"L'importante è che Igor sappia trovare la giusta reazione ai suoi errori", commentò Fabio Capello in quell'occasione. In molti, quella reazione, l'hanno aspettata per davvero. E oggi, a quattro anni di distanza, è arrivata. La Russia è ai Mondiali da padrona di casa e agli ottavi di finale ha costretto la Spagna a giocarsi un biglietto per i quarti ai calci di rigore. Risultato? Spagna eliminata e Sergio Ramos e compagni in lacrime. Tutto per colpa (o merito, dipende dai punti di vista) del sig. Akinfeev. L'eroe inaspettato.
Alla fine dei tempi supplementari, tutto può succedere. Lo insegna la storia, lo sanno tutti gli appassionati del pallone. "La Russia ha giocato per portarci ai rigori", ha addirittura accusato Ramos. Se così fosse, la tattica ha funzionato alla perfezione. Dopo quattro calci di rigore per parte, infatti, il risultato è di 4-3 per la Russia. Il quinto - e ultimo - in favore della Spagna lo calcia Iago Aspas: lui contro Akinfeev, un errore dello spagnolo costerebbe carissimo alla Roja. Parte la rincorsa, tiro centrale. Parata.
Akinfeev ci è arrivato, proprio lì dove pareva impossibile. Da terra, con la punta del piede. Riflessi. Anzi, reazioni: il momento di Igor è finalmente arrivato. La fascia di capitano, ereditata lo scorso anno da Bereztuskij, d'improvviso è diventata più leggera: da colpevole ad eroe nazionale, Igor si è ripreso la Russia. La padrona di casa è in buone mani.