Il Messi dell'ortopedia può dargli una mano: dopo Szczesny (seguito nel 2019 per un intervento di pulizia del ginocchio destro), Ramon Cugat aiuterà Paulo Dybala a tornare in campo nel miglior modo possibile. Miglior modo, non prima possibile: perché quello che conta è che l'attaccante possa rientrare senza sentire più quel dolore che lo costringe alla resa non appena provi a forzare. E poi, in quel miglior modo c'è anche implicata una considerazione psicologica da non sottovalutare: Dybala ha prima di tutto bisogno di essere tranquillizzato, sentire che la situazione sia sotto controllo e che stia seguendo il suo normale decorso.
È proprio uno degli aspetti principali emersi dopo la visita specialistica di ieri tra Cugat, la Joya e i medici della Juventus che hanno accompagnato Paulo a Barcellona. Tutto stabilito in sintonia tra le parti, per cominciare una nuova terapia che possa permettere al giocatore di rafforzare quel legamento collaterale mediale che soffre di una lesione di primo grado.
Questione di movenze
Il problema di Dybala è proprio nei movimenti: negli allenamenti in solitaria, dove non è richiesta una certa elasticità articolatoria, il giocatore non lamenta alcun dolore. Diverso è quanto capita in una situazione di gioco: i cambi di passo, le finte, i dribbling (che l'attaccante tenta spesso), portano a uno stress specifico sul legamento interessato, che torna a bruciare. Un esito piuttosto frequente, ha rassicurato Cugat, negli atleti. Il medico, specializzato in un innovativo sistema di cura con PRP (fattori di crescita piastrinica che prevede un ciclo di infiltrazioni per favorire la rigenerazione di tessuti legamentosi), ha spiegato infatti che non quasi mai i tempi di recupero sono comuni, ma che anzi variano caso per caso.
Ora, di concerto con la Juve, è stata stabilita una nuova terapia che, come primo risultato, ha portato a rasserenare Dybala in vista del futuro e del prosieguo della stagione. Già oggi, infatti, l'attaccante è parso molto più tranquillo e pronto ad affrontare le nuove cure i cui effetti verranno monitorati nei prossimi giorni. Di fatto, è come intravedere una luce fuori dal tunnel: l'attaccante non aspetta altro.