Dopo l'esperienza in Canada con la maglia del Toronto, Domenico Criscito è tornato al Genoa e contro la Roma in Coppa Italia ha esordito nuovamente in maglia rossoblù.
"Con il Genoa non poteva finire così come era finita, in quel modo. Sono andato a Toronto, esperienza bellissima ma poi ho rescisso e sono tornato con l’idea di smettere. Quando però si è presentata questa opportunità non potevo dire di no", così Domenico Criscito a Sky Sport. "Sono andato via a giugno perché c’era mister Blessin, non rientravo nei suoi piani, e con la società quindi abbiamo deciso che dovevo andar via”. Con Blessin quindi non saresti tornato? “Non lo so, di sicuro con l’infortunio di Marco Pajac la società doveva muoversi, ha avuto in me un’opportunità e sono qui per coglierla al massimo. Quando mi è stato proposto di tornare al Genoa io non neanche chiesto di soldi o altro, ho detto subito sì. Ho accettato di tornare con il minimo sindacale. Non so neanche quanto sia perché non ho ancora preso il mio primo stipendio".
Criscito: "Quando si parla di Genoa si parla di vita"
Il difensore ha poi proseguito: “Sono nato a Napoli, ma sono arrivato a Genova nel 2001. Mia moglie è genovese, i miei figli sono nati qui. Penso che il Dio del calcio mi abbia dato una grande possibilità, quella di chiudere un cerchio bellissimo, una carriera bellissima. Sappiamo tutti che sono i miei ultimi sei mesi e voglio chiuderli nel migliore dei modi". Sulla possibilità di allenare le giovanili del club rossoblù: "L’obiettivo è quello, ma ora sono concentrato per questi sei mesi, perché voglio chiudere nel migliore dei modi: voglio riportare il Genoa in Serie A. Quando si indossa la maglia del Genoa, si affronta sempre tutto con spirito alto, mi sento un ragazzino. Perché qui sono cresciuto e amo questa maglia per cui darò sempre il massimo. Quando si parla di Genoa per me si parla di vita. Ho avuto la possibilità di tornare e sono felicissimo di essere qui".
Criscito: "Al Toronto guadagnavo meno che al Genoa"
Sull'esperienza a Toronto: "Hanno sempre detto che sono andato a Toronto per soldi ma anche lì non è vero, a Toronto sono andato per fare un’esperienza, perché guadagnavo meno di quello che prendevo al Genoa un anno fa, io non ho mai fatto questione di soldi, ho sempre scelto con il cuore, ora sono qui a Genova indipendentemente dai soldi, non m’interessano quelli, adesso ho solo un obiettivo: riportare il Genoa in Serie A”.
Il 36enne ha poi ricordato l'esordio con la maglia rossoblù: "Sono passati tanti anni, 20 esatti, dal mio esordio in prima squadra con il Genoa in Serie B. Era il 2003, ma fu solo l’esordio, solo una partita, poi la vera serie B l’ho vissuta soprattutto nel 2006 quando siamo saliti in serie A con Napoli e Juventus… è stato bellissimo e mi ricorderò quella stagione per sempre".
Sulla Serie B attuale: "Questa è una Serie B equilibrata. A Toronto la seguivo da tifoso. Reggina e Frosinone non le aveva pronosticate nessuno tra le favorite, e anch’io non mi aspettavo fossero così forti. Il Genoa sulla carta è la migliore, ma dobbiamo dimostrarlo sul campo. Abbiamo le possibilità di venire su, ma sappiamo che ci sono anche altre squadre come Cagliari e Parma attrezzate per la promozione e che ci proveranno fino alla fine, ma noi siamo il Genoa e dobbiamo tornare in serie A. La squadra è partita bene, poi ha avuto un periodo di appannamento, ma con Gilardino si è ripresa. Da avversario era un attaccante fortissimo, e quando l’ho visto come allenatore mi è piaciuta subito la personalità e il modo con cui trasmetteva alla squadra le sue idee di calcio".