La Cremonese tra progetto, futuro e sogni realizzati. La squadra di Pecchia trova la Serie A 26 anni dopo l’ultima volta
A Como gli ospiti vincono 2 a 1 e centrano la promozione diretta. La massima serie mancava dal 1995/1996. Molti dei protagonisti non erano ancora nati, oggi festeggiano un traguardo storico
Ventisei anni. La Cremonese in A mancava da un’eternità e oggi ha realizzato un’impresa storica. Ma guai a chiamarla favola. La promozione è un risultato che arriva dopo anni di grande organizzazione, basati su un progetto serio e ben strutturato. Lungimiranza prima di tutto. Ma ci torneremo. Intanto la squadra di Pecchia ha sconfitto 2 a 1 il Como e si gode un traguardo incredibile. Al Senigallia decide una doppietta di Di Carmine e a Cremona può partire la festa. In città stanno vivendo un sogno e non hanno nessuna intenzione di svegliarsi.
Artefice di un vero e proprio capolavoro è Fabio Pecchia. Allenatore, simbolo, uomo squadra. Riassunto perfetto di un progetto che funziona e di una grande simbiosi con la società. Testa e sguardo al futuro. “È stata la mano di Fabio”, verrebbe da dire scomodando Sorrentino. In panchina si sbraccia, si muove in continuazione, entrerebbe in campo lui se potesse. Oggi come sempre. Pecchia è stato prima il vice di Benitez a Napoli e al Real, poi ha scelto di mettersi in proprio. Apprendistato finito, adesso la consacrazione dopo la gavetta. Prima l’Hellas, poi un’esperienza in Giappone all’Avispa Fukuoka, una Coppa Italia Serie C con la Juventus U23 e ora la Cremonese. Oggi ottiene una promozione incredibile, proprio al Senigallia di Como dove giocò nell’ultima Serie A degli azzurri. Oggi si è chiuso un cerchio. Destino.
La forza delle idee. Questo la sintesi del capolavoro della Cremonese. Merito del gruppo, dell’allenatore e dell’ottimo lavoro del direttore sportivo Giachetta e di Ariedo Braida. Acquisti giusti, mirati, funzionali. Nel 4-2-3-1 di Pecchia i tasselli si incastrano alla perfezione: giocano tutti, lo fanno tanto e bene. Da Baez a Fagioli, Gaetano e Zanimacchia. Si divertono e fanno divertire. Giovani, forti e di prospettiva. In una parola, futuro.
La Cremonese di quest’anno è una di quelle squadre in cui ovunque peschi, peschi bene. Talento a non finire in ogni ruolo. Quando la squadra di Simoni nel 1995-1996 disputava l’ultimo campionato di Serie A, molti di loro erano neanche nati. Questo momento lo avranno immaginato o magari se lo saranno fatto raccontare. Oggi ne sono i protagonisti.
In porta Carnesecchi è uno dei migliori (se non il migliore) della categoria. Da Serie A in tutto e per tutto. Il suo cartellino è di proprietà dell’Atalanta, ma chissà che il prossimo anno non resti alla corte di Pecchia. L’unica certezza al momento è la categoria. Il talento è sotto gli occhi di tutti, se ne è accorto anche Mancini che lo ha convocato con i grandi per gli stage di fine gennaio. Con lui ha portato anche Okoli e Fagioli. Altre gemme da custodire con cura. Il primo è stato la grande sorpresa nella difesa grigiorossa. Non per chi lo conosce bene e lo ha visto crescere. Dal suo ex allenatore ai tempi dell’Atalanta Brambilla a Fabio Pecchia che lo sta formando in Serie B e se lo gode. Fisico, velocità ma anche una buona capacità di impostazione. Questo dicono di lui. Il ragazzo si farà, chi lo ha allenato o visto giocare ne è sicuro. Poi c’è Fagioli. Centrocampista di proprietà della Juventus che con ogni probabilità il prossimo anno vestirà bianconero. Allegri lo segue e lo stima da tanto. Ciò che è sicuro è che Nicolò è pronto e lo ha dimostrato nel corso dell’anno. Tre gol e sette assist, più giocate di qualità e una grande duttilità al servizio della squadra.
La festa finale e una città intera che sogna
Dopo 6’ di recupero può finalmente partire la festa. In realtà in quel momento segna il Como su rigore, ma non importa a nessuno. L’arbitro fischia tre volte e la Cremonese è in Serie A. Entrano in campo tutti. Maglie celebrative, bandiere, champagne e chi più ne ha più ne metta. Di tutto. I tifosi – accorsi quasi in mille da Cremona – hanno riempito e colorato il settore ospiti, senza smettere mai di cantare e di sostenere Di Carmine e compagni. Successo su tutta la linea.
I giocatori al fischio finale sono andati sotto la curva (sold out il settore ospiti del Como, più la tribuna laterale) a ringraziare non solo per oggi ma per una spinta da parte della tifoseria che non è mai mancata in tutta la stagione. I festeggiamenti andranno avanti tutta la notte. Tanti a Cremona non realizzeranno per giorni quello che è un risultato storico. Pecchia a fine gara ha parlato di miracolo. È così. Bisogna solo aprire gli occhi e crederci. Per stanotte però a Cremona è bene non si svegli nessuno. In tanti potranno mettere una spunta alla voce “sogni realizzati”.