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Data: 24/12/2018 -

Cosenza: “Mia madre non accettava i tatuaggi, ora si lascia incidere da me"

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Il primo… Sacro Segno l’ha fatto a 13 anni, scappando dal convitto dove viveva insieme ai compagni del settore giovanile della Reggina. L’ultimo, invece, risale a qualche mese fa. Una bambola Daruma dietro la schiena, completata una volta ottenuta la promozione in Serie B con la maglia giallorossa. “La cultura giapponese vuole che si disegni un occhio solo, esprimendo un desiderio. Si dovesse avverare, allora si potrà ultimare il disegno”.

Ciccio Cosenza vive a Lecce ormai da quattro anni, è stato uno dei pilastri della squadra di Liverani nella passata stagione e nel Salento, dove i suoi bambini sono cresciuti, ha trovato una seconda casa. Da qui, l’idea di “Sacro Segno”: un tattoo studio fondato in società con Salvatore Rodio, grande amico e tatuatore di fiducia del difensore. “Avevo voglia di dare sfogo a una passione che mi porto dietro da anni e ne è venuto fuori questo progetto, che porteremo avanti con orgoglio”, spiega Cosenza ai microfoni di gianlucadimarzio.com.



A qualche giorno dall’inaugurazione, Cosenza ci apre le porte del negozio, invitandoci a conoscere l’arte del tatuaggio e la passione che l’ha convinto a investire economicamente in questo settore. Una sala per i clienti e uno spazio dedicato all’elaborazione delle loro richieste, con tutti gli strumenti necessari per il disegno e una scrivania a disposizione dei tatuatori. In più, una zona all’aperto, per i fumatori, dove attendere il proprio turno o confrontarsi con gli artisti dello studio, in vista di un nuovo tattoo.

Circa la metà del corpo di Cosenza è interamente coperta da tatuaggi. Classe 1986, la prima volta che si è lasciato incidere la pelle risale a quasi vent’anni fa. “Avevo 13 anni, scappai dal convitto della Reggina con un mio amico. Andammo a casa di una ragazza che conoscevamo e ci tatuammo lì. Io mi sentivo un leone, come la maggior parte degli adolescenti, e allora optai per farmi disegnare quello, con una criniera foltissima…”



Mamma e papà non la presero benissimo: “Mia madre è molto religiosa, ma al di là di questo anche mio padre è strettamente legato a valori sani e radicatisi nel tempo. Non mi parlò per due mesi, vedeva quello che avevo fatto come qualcosa di fortemente negativo”. Con il passare del tempo, inevitabilmente, se ne sono dovuti fare una ragione. “E non solo! Mia madre ha persino accettato di lasciarsi tatuare da me, come d’altronde mia moglie, mia suocera e tanti miei amici”.

La domanda vien da sé: vuoi vedere che, tra qualche anno… “No, assolutamente! - interrompe Ciccio -. Non mi permetterei mai di improvvisarmi tatuatore. Ho aperto questo studio con la consapevolezza che la mia sia solo una grande passione, ma per lavorare con l’ago devi essere un artista. E io non lo sono”.

Anche nello spogliatoio del Lecce, però, la capacità di Cosenza è stata apprezzata: Ho fatto un tatuaggio a Lepore, che ha voluto incidere sulle dita di una mano l’iniziale del nome di sua moglie. O forse di sua figlia, non ricordo. Pure il nostro amato magazziniere, Giovanni Fasano, ha deciso di mettermi alla prova. Mi diverto, però sono consapevole che questo non sarà mai il mio mestiere”.

Il prossimo ospite da invitare in studio, però, Cosenza l’ha già scelto: “Nello spogliatoio siamo quasi tutti tatuati. Lepore, Tabanelli e Torromino ne hanno alcuni bellissimi, mentre Scavone ancora non ha ceduto…”

L’ex centrocampista del Parma condivide la camera durante i ritiri proprio con Cosenza. “Me li vede addosso e gli piacciono, non è uno di quei tipi che ripudiano i tatuaggi. Ma dice che, su di sé, non li vedrebbe bene. E’ proprio la gente come lui che voglio convincere a entrare nel mio studio”. Per scoprire un nuovo mondo, per non lasciarsi influenzare dai pregiudizi di chi ancora respinge l’arte del tattoo. Anzi, del… Sacro Segno.

Tags: Lecce



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