30 giugno, per ora. Ma il rischio che la stagione possa andare oltre la data che finora è stata confermata c’è. Il campionato, data l’emergenza coronavirus, potrebbe anche terminare a luglio inoltrato.
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Cosa che comporterebbe problemi non da poco da gestire. Al di là delle questioni logistiche, sono i contratti dei giocatori a preoccupare di più. Quelli, cioè, che termineranno il 30 giugno tra scadenze o fine dei prestiti.
Come gestirli? Non esiste una normativa. E nemmeno uno storico. E già tra gli agenti c’è chi sta provando a capire che fare. Servirà un provvedimento ad hoc da parte di Figc e Fifa, che dovranno modificare la normativa: niente fine stagione al 30 giugno, ma a data da destinarsi. E poi? Interverranno le varie Leghe (A, B, C, D e via discorrendo) con l’AIC per i contratti.
I problemi sono diversi, e non solo legati allo stipendio. I calciatori, infatti, hanno un contratto assicurativo che va di stagione in stagione, e la scadenza dovrà essere procrastinata. Così anche le ferie. Aic e Serie C, per esempio, hanno già un’intesa per smaltire 10 dei 28 giorni a disposizione in queste settimane. Per calciatori e tesserati delle varie società. Bisognerà ricalibrare il tutto, senza dimenticare la questione delle buste paga.
Alla firma di un contratto, infatti, i giocatori concordano anche gli emolumenti per le stagioni a venire, che comprendono eventuali modifiche in caso di retrocessione o raggiungimento di obiettivi. Anche in questo caso, dovrà essere trovata un’intesa. La soluzione più semplice ventilata (ma comunque tutta da approvare), sarebbe quella di prolungare ogni scadenza, ogni emolumento, ogni polizza, fino alla naturale fine del campionato.
Ma potrebbero essere richieste diverse trattative. Un problema che, per ora, è rimandato, ma già tenuto in considerazione. In attesa di ulteriori novità.