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Ascoli-Stellone, lo scontro continua: “Esonero successivo al licenziamento”

Paolo Rodella, avvocato dell’allenatore, ribatte alle parole del legale del club: “Procedura mai vista. E il danno d’immagine è mondiale”

Il caso Ascoli-Stellone è destinato ad andare avanti. La risoluzione unilaterale del contratto di Roberto Stellone da parte dell’Ascoli per intervenuta eccessiva onerosità” ha fatto il giro del mondo. Da una parte la posizione della società, che invoca la necessità di un “contenimento dei costi” in seguito a “eventi imprevedibili e circostanze eccezionali,  che – dice il club – configurano la causa di forza maggiore”. Una posizione opposta a quella di Paolo Rodella, avvocato di Roberto Stellone, che sulle nostre pagine ha parlato venerdì scorso di “licenziamento inammissibile” e di un grave danno d’immagine legato a una cattiva gestione mediatica del caso da parte della società marchigiana.

LE PAROLE DELL’AVVOCATO DELL’ASCOLI, LA RISPOSTA DI RODELLA

Nelle scorse ore, sulle colonne del Corriere Adriatico, è intervenuto l’avvocato Pietro Madonia, legale dell’Ascoli. Queste le sue parole: “Stellone è stato sollevato dall’incarico, la società inoltre non ha mai attivato azioni tese a ledere l’immagine del tecnico. Abbiamo provato a trovare un accordo, adesso andremo davanti al collegio arbitrale… Non avevamo altra scelta. L’Ascoli ha rispettato tutte le procedure”.

Dichiarazioni che hanno indotto l’avvocato Rodella a una controreplica, affidata ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Tre i punti contestati. Vediamoli in ordine.

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“COMUNICAZIONE DI ESONERO HA UNA DATA SUCCESSIVA ALLA RISOLUZIONE”

“Confermo quanto detto dal collega Madonia: Stellone è stato effettivamente sollevato dall’incarico. Solo che la comunicazione dell’esonero da parte dell’Ascoli è datata 16 aprile, mentre la comunicazione con pretesa di risoluzione unilaterale del contratto ha data 10 aprile. Sei giorni dopo. L’esonero porta con sé la salvaguardia del contratto. Se questo significa rispettare tutte le procedure… Credo che non si sia mai visto giuridicamente”.

In sostanza, al netto del comunicato di risoluzione apparso sul sito dell’Ascoli il 16 aprile, Stellone sarebbe stato avvisato dall’Ascoli prima del recesso unilaterale e poi dell’esonero, provvedimento di fatto valido solo in presenza di un contratto in essere.

Tempi diversi che in sede di giudizio verranno discussi dagli organi competenti.

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“STELLONE BOLLATO COME AVIDO AL TEMPO DEL COVID 19 PER UNA GESTIONE MEDIATICA INCAUTA DELL’ASCOLI”

Il secondo punto è relativo al presunto danno d’immagine. Nell’intervista al Corriere Adriatico l’avvocato dell’Ascoli aveva risposto alle accuse mosse da Rodella, sostenendo che il suo collega stesse collegando il danno d’immagine al licenziamento di Stellone. Questa la risposta del legale dell’allenatore: “Non è così. Questo caso ha avuto un’eco internazionale. La stampa mondiale, dall’Honduras all’Europa, ha dipinto Stellone come l’uomo cacciato per non aver accettato di ridursi lo stipendio al tempo del coronavirus. È passato da avido, irrispettoso di principi morali e della sofferenza altrui niente di più lontano dalla figura di Roberto. Questo è un danno gravissimo alla sua immagine ed è avvenuto in seguito a una gestione mediatica incauta da parte dell’Ascoli. Ha tutto il diritto di essere ristorato di questa lesione”.

 

“SIAMO PRONTI AD ANDARE AL COLLEGIO ARBITRALE. NESSUNA PAURA”

L’avvocato Rodella vuole poi ribattere alle parole del collega Madonia riguardo al prossimo giudizio. Il legale del club aveva detto che “sarà il collegio arbitrale a decidere se il contratto va risolto come diciamo noi”.

Una sfida che la controparte è pronta ad accogliere. Non abbiamo alcuna paura di andare di fronte al collegio arbitrale. In qualunque sede verrà portato il caso, non avremo alcun timore ad affrontare il giudizio”.

Un caso che, a questo punto, solo i tribunali potranno risolvere.

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