Il Napoli guida la classifica di Serie A e vuole mantenere il primato. Domenica 3 novembre, allo stadio Diego Armando Maradona arriverà l'Atalanta di Gian Piero Gasperini. A poche ore dalla sfida, valida per l'undicesima giornata di campionato, Antonio Conte ha presentato la gara in conferenza stampa.
Napoli, le parole di Conte
Conte ha esordito così: "C'è l'insidia di dover affrontare una squadra forte come l'Atalanta. L'anno scorso hanno vinto l'Europa League contro il Bayer Leverkusen; oggi deve essere annoverata tra le squadre forti. Va dato merito a Gasperini che in questi anni ha fatto un lavoro straordinario: lui è stato anche mio allenatore quando era nelle giovanili della Juventus e io magari mi univo a loro quando mi infortunavo. L'Atalanta è una realtà consolidata: non vinci l'Europa League se non dimostri di essere forte. Magari l'Atalanta potrebbe sottovalutare la partita, visto quello che è successo l'anno scorso: sono strutturati per la Champions League. Chi come noi non gioca le coppe può essere avvantaggiata perché lavora di più, ma la nostra struttura rimane comunque lontana dalle squadra che giocano in Europa. Per noi sarà un impegno probante anche a livello difensivo".
Sulle condizioni dei giocatori: "Lobotka sarà pronto per la prossima giornata: è in fase di recupero. Gilmour è un valore aggiunto per la nostra rosa".
Sul lavoro della squadra: "Ho trovato un gruppo di ragazzi disponibili e che vogliono lavorare. Siamo sempre in 'work in progress': la disponibilità sta alla base di tutto e questa cosa non è scontata. Il loro comportamento sta accellerando il nostro percorso di crescita". In una situazione di costruzione c'è bisogno di un determinato percorso per cercare di arrivare a certi livelli: non dobbiamo pensare di fare salti multipli in questo processo. Poi, magari mi sbaglierò: noi dobbiamo tapparci le orecchie e continuiamo a lavorare. Anche quando ci saranno momenti meno buoni, dovremo continuare a lavorare".
Sulla sfida che sarà e sul modello Atalanta: "L'Atalanta può essere un esempio per noi. Anno dopo anno, hanno messo un mattone alla volta nonostante abbiano perso dei giocatori importanti. Noi dobbiamo porci degli step per ambire a cose importanti. La partita di calcio non può essere solo giocata, ma anche preparata".
Sullo scudetto: "Miracoli? Io sono credente e praticante, di persone che li fa ne conosco solo una sola. Le preghiere che faccio sono dedicate anche ai miei giocatori. Noi stiamo cercando di fare qualcosa che possa durare nel tempo. A noi non deve mancare il lavoro: metterci a disposizione tutti, dal primo all'ultimo. Da questo punto di vista non possiamo sbagliare nulla. L'entusiasmo per noi deve essere benzina; dobbiamo dimostrare il nostro senso di appartenenza alla maglia ogni singola partita".
L'allenatore ha poi concluso: "Il Napoli vince e il Napoli perde: non c'entra mettere 'Conte vince' oppure 'Conte perde'. Il concetto deve essere uno: noi vinciamo, noi perdiamo. Anche il discorso di dare specifici meriti a un giocatore o a un allenatore è sbagliato: chi mi è vicino l'ha capito. Noi siamo un'unica cosa: non mi voglio prendere dei meriti che sono per di più temporanee perché sono passate solo 10 partite".