Como, Scuffet: “Non è vero che ho rifiutato l’Atletico Madrid per finire le superiori”
Redazione 12 Maggio 2016Scuffet è un portiere per caso: “Mi hanno portato all’allenamento e quasi non volevo andarci. Mi interessava poco. Sono arrivato e mi sono messo in porta. Non ricordo il momento, ma dev’essere stato istinto. Non ho mai parlato tantissimo, a scuola e nella vita. Mi piace ascoltare, guardare e farmi le mie idee. I portieri sono tutti un po’ matti? Falso. Un portiere ora non può essere sbruffone, anche se un po’ di follia c’è. Devi avere qualcosa di non normale. Tra i riflessivi ci siamo io, Cragno che è con me in Under 21, e Meret. Buffon? Non lo conosco bene, ma credo una via di mezzo. Lo scorso anno, quando ero in panchina, prima della partita è venuto a salutarmi. Mi ha fatto un piacere enorme, io sono cresciuto con lui in testa. Mi ha detto due parole, ma belle: ‘allenarti sempre bene, tieni duro, arriverà il tuo momento’. Donnarumma? Via di mezzo anche lui. Poi un grandissimo portiere: se ogni due settimane giochi a San Siro in quel modo, vuol dire che hai grandissima freddezza. Più di me ha qualche centimetro, è 1.96, e un po’ di esplosività. Poi è fortissimo: ha reattività a terra e forza esplosiva”.
Un consiglio a Donnarumma? “Di giocare, giocare sempre. Sarebbe sbagliatissimo andare in un club che lo tiene in panchina. Il 99,9% delle squadre lo farebbe giocare. Udinese? Dal loro punto di vista magari hanno anche fatto bene a tenermi in panchina. Karnezis è stato bravo”. In chiusura d’intervista Scuffet fa un bilancio di questa stagione: “A Como ho fatto degli errori, il più pesante a Latina. C’era vento, ho valutato male un cross e… Io sono convinto di essere più forte del 2014. Ho fatto errori anche due anni fa, solo che il primo anno te li perdonano, non li vedono. Adesso è diverso. Futuro? La cosa più importante è sempre la stessa: giocare”.