Dopo aver contribuito all'ennesima impresa della sua carriera con la maglia del Werder Brema, l'attaccante peruviano classe '78 Claudio Pizarro, ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato. Lo ha fatto ieri, al termine dello spareggio salvezza che i verdi hanno superato contro l'Heidenheim in virtù del doppio pareggio ottenuto nelle due sfide-salvezza (0-0 in casa, 2-2 ieri in trasferta).
Pur non avendo giocato neanche un minuto delle due sfide, a 41 anni suonati El Barbaro quest'anno ha disputato 18 partite in campionato mettendo a disposizione del tecnico Florian Kohfeldt tutta la sua leadership ed esperienza. Le ultime reti ufficiali rimangono invece quelle della doppietta siglata nel 6-1 contro l'SV Atlas ormai quasi un anno fa (il 10 agosto 2019) in Coppa di Germania. Alla fine quindi, pur in un'annata a dir poco complicata, il veterano della Bundes è riuscito a chiudere la carriera mantenendo la massima serie del suo storico club.
Un legame, quello fra Claudio Pizarro e il Werder, che ha contraddistinto gran parte della carriera dell'attaccante. In ben quattro momenti diversi, infatti, il numero 14 biancoverde ha giocato con il club di Brema, che lo acquistò la prima volta nel 1999 dall'Alianza Lima, portandolo così in Europa da appena ventenne. Già allora, Pizarro si mise subito in mostra segnando 38 reti fra campionato e coppe in due anni. Un'esplosione che gli permise di guadagnarsi la grande chiamata al Bayern Monaco, dove passò nel 2001 e nel quale rimase per sei anni con alterne fortune ma segnando comunque oltre 100 gol. Furono le stagioni delle vittorie dei primi trofei: per tre volte la Bundes e la Coppa di Germania, oltre ad una Coppa di Lega tedesca e una Coppa Intercontinentale.
Nel 2007-2008 poi l'infelice parantesi al Chelsea aprì le porte del ritorno a Brema, dove dal 2008 Pizarro vivrà le sue stagioni migliori a livello realizzativo e di risultati con il Werder: 88 reti in quattro anni arricchite da una Coppa di Germania ed un percorso da outsider anche in Europa. In tal senso, l'amara sconfitta in finale di Coppa UEFA nel maggio 2009 contro lo Shakhtar Donetsk rimarrà l'unica "macchia" di un periodo che oggi possiamo considerare il migliore nella storia recente del club tedesco. Dal 2012 quindi, Pizarro approderà per la seconda volta in Baviera dove - pur da riserva di Lewandowski - darà il suo importante apporto nella conquista di altre tre Bundesliga e varie coppe nazionali, oltre alla fondamentale vittoria della Champions League nel 2013. Infine, gli ultimi anni vissuti ancora una volta nel segno dei 'verdi' (con una paratensi al Colonia nel 2017-2018).
Ieri quindi Pizarro ha appeso le scarpette al chiodo dopo 153 gol in maglia Werder e altri 125 con il Bayern: complessivamente, oltre 300 i sigilli in carriera che lo hanno reso per anni il miglior marcatore straniero nella storia della Bundes prima di essere scavalcato proprio da Lewandowski. Un'avventura luminosa quella del peruviano, arricchita da ben 19 trofei e da risultati importanti anche con la maglia della sua nazionale (85 presenze e 20 gol), del quale è stato capitano e con cui ha preso parte per tre volte alla Coppa America. Insomma, ci saluta un grande attaccante ma soprattutto un vero e proprio campione del nostro calcio. Grazie e buon viaggio, Barbaro!
Marcello Mazzari