“Non sarai mica come quel Cassano?”, gli chiese scherzando Juan Jesus. Questa fu una domanda del difensore brasiliano al primo allenamento con la squadra all'epoca allenata da Paulo Fonseca per Claudio, classe 2003 che porta un cognome decisamente conosciuto dalle parti di Trigoria. Si stava allenando proprio lì con la sua Roma U18 quando, a un certo punto, un dirigente della prima squadra varcò l’ingresso del campo.
“Lui te lo prendiamo in prestito”, furono le sue parole all’allenatore Alessandro Toti, che ovviamente lo ha lasciato andare. Pronti, attenti e… subito un gol all’incrocio, fra una battuta e l’altra. Era il 5 ottobre 2020 e, il giorno prima, Claudio aveva esordito con la Primavera che fu di Alberto De Rossi. Stadio Franchi, dall’altra parte la Fiorentina di Aquilani, che con Antonio Cassano ha condiviso gioie e dolori. Ingresso al minuto 74, sull’1-1. Al 79’ la Roma era già sul 3-1 grazie ai gol di Darboe e Zalewski. Amuleto, in attesa che diventi l’uomo decisivo.
LEGGI ANCHE - ALLA SCOPERTA DI ZALEWSKI, BOMBER CON LA 10 NEL CUORE

Che numeri!
Lo sa essere e lo è già stato. Nel suo primo anno con la Roma, stagione 2018-2019, ha trascinato l’U16 con una ventina di gol più altrettanti assist. L’anno scorso, con l’U17, ha giocato con i più grandi ma non lo ha sofferto affatto: 12 reti in 15 giornate, prima che il coronavirus fermasse il campionato. Lo avevano anche convocato per vestire la maglia dell’Italia U17, ma una botta alla schiena subita la sera prima del ritrovo lo ha costretto a rimandare. Sarà per la prossima, il tempo è dalla sua parte.
Quattro mesi dopo la Roma gli offrì il primo contratto da professionista. Non lo ha potuto firmare in prima persona, perché all'epoca era ancora minorenne. Ci hanno pensato i genitori, che per l’occasione sono saliti sul primo treno partito da Barletta, la città in cui Claudio è cresciuto. Papà lavora in campagna, mamma è casalinga. Persone semplici, che non amano il calcio ma che al figlio non hanno mai fatto mancare un pallone, nonostante spesso in casa gli capitasse di rompere qualcosa. Claudio li sente tutti i giorni, compreso il fratello Domenico, che studia Scienze motorie, e la sorella Fabiana, infermiera, che ha combattuto per mesi in prima linea nei reparti covid.
LEGGI ANCHE - CHI E' MATTIA PAGLIUCA, FIGLIO D'ARTE DEL BOLOGNA

Modelli? Papu, Mertens e Insigne
Nato trequartista, oggi può ricoprire tutti i ruoli dell’attacco. Si trova a suo agio come esterno, sia a sinistra che a destra, ma sa fare anche il falso nueve. Papu Gomez, Insigne e Mertens sono i suoi modelli, Messi l’idolo che da bambino lo teneva incollato alla tv e che lo ha fatto innamorare del calcio. Claudio è nato a Trani, ma i primi calci li ha tirati nell’APD Brasilea Barletta, dove già faceva la differenza in mezzo a ragazzi più grandi.
Poi le prime proposte da Foggia, Andria e Bisceglie, con il ragazzo che opta per quest’ultima dal momento che la società aveva costruito una bella U15. La squadra gioca e si allena a Maruggio, piccolissimo comune in provincia di Taranto, il che lo obbliga alla prima esperienza lontano da casa. Claudio non accusa il colpo però, trascinando i compagni a suon di gol verso la finale nazionale giocata a Ravenna e persa contro il Padova. Match decisivo al quale non potè partecipare causa febbre.
LEGGI ANCHE - SASSUOLO, SCOPRENDO ODDEI: GEMELLINO DI BOGA

Quanti no
Dopo quelle proficue esperienze, si fecero avanti in molti per lui. Il Parma lo portò con sé al prestigioso Memorial Sassi, dove Claudio segnò due gol. Ci provarono Venezia e Ascoli, si propose con prepotenza il Bologna, che offrì un contratto allettante. Ma a spuntarla fu la Roma, con Stefano Palmieri – caposcout per il sud - che lo aveva notato già 4 anni prima. Una bella rivincita per un ragazzo che aveva incassato diversi no: Chievo, Spal, Lazio, Entella, una prova di tre giorni con la Juve… La risposta fu sempre la stessa: “Con il pallone è bravo, ma è troppo basso”. Per questo il gol che ricorda più volentieri lo ha segnato in un Roma-Frosinone 3-2. Come? Di testa.
In quattro anni dalle giovanili alla convocazione in UEL
Dal 2018 Claudio veste il giallorosso e cresce a Trigoria. Lo dipingono come un bravissimo ragazzo, che a scuola ama storia e prende voti alti. Nel tempo libero studia, gioca alla play, guarda qualche serie o "Goal!", il suo film preferito. Gli piace passeggiare lungo le strade che partono da Piazza di Spagna, poi un paio di chilometri ed ecco il Colosseo. In estate, quando torna a casa, non si ferma mai. Si allena sulle spiagge di Barletta, lavora quotidianamente con un preparatore atletico, un fisioterapista e un nutrizionista. Sapeva che, con la firma del primo contratto da professionista, è cominciata una bella montagna da scalare.
Il primo grande passo lo farà adesso, nel 2022: prima convocazione in Prima Squadra in occasione del match di Europa League contro il Betis, insieme allo Special One José Moruinho, che vuole averlo con sé per l'occasione. Adesso si allontanerà ancora un po' di più da casa, destinazione Siviglia, perché davanti c'è il Real Betis per la quarta giornata del girone. Claudio Cassano sta per scrivere il capitolo più bello della sua storia... Finora.