Sinistro velenoso nella mischia, più da attaccante aggiunto che da difensore centrale. Ma se la palla pesa Krystian Bielik non si tira indietro. Portogallo, Belgio, Italia. Spareggio per l'Europeo Under 21, debutto nella competizione e ancora contro i padroni di casa. L'uomo simbolo della sorprendente Polonia di Michniewicz è questo ragazzone di 21 anni.
Eppure, tra Bielik e la nazionale non è stato sempre rose e fiori. Oggi si riscopre leader, solo due anni fa ne era stato il detonatore. All'Europeo giocato in casa, la crisi della Polonia U21 (out al primo turno con un punto) era uscita tutta allo scoperto attraverso il difensore. "Gli allenamenti che facciamo sembrano uno scherzo, i ritmi sono bassissimi e questo si riflette in partita", la bordata di Bielik (che all'epoca faceva panchina) contro il ct Dorna a torneo in corso.
Dichiarazioni inopportune? Per Krystian però la cultura dell'allenamento è tutto. Nel 2015 il ragazzo aveva rinunciato anche a giocare per l'U17, pur di continuare a migliorarsi dietro le quinte nella sua nuova squadra. L'Arsenal, la grande occasione di sempre. Alimentata dalle parole di benvenuto di Arsène Wenger in persona: "Il giovane Bielik ha un talento enorme, sarà la melodia del futuro". Ma già il passato del giocatore aveva fatto parecchio rumore.
Mai banale neanche da ragazzino, Bielik. Fino al 2014 è cresciuto nelle giovanili del Lech Poznan, poi è passato agli acerrimi rivali del Legia Varsavia. In Polonia è un'azione tabù, di quelle che i tifosi fanno pagare caro: lo sa bene il terzino della Samp Bartosz Bereszynski, che fece lo stesso percorso nella stagione precedente. "Per fortuna non ho dovuto subire gli insulti che hanno riservato a lui, che è già in prima squadra", raccontava Bielik all'epoca. "Prima di arrivare qui Bartosz mi ha chiamato e mi è stato di grande aiuto a scegliere il Legia".
Con i biancoverdi Bielik collezionerà appena 6 partite, che basteranno a convincere i Gunners. Poi via a farsi le ossa in prestito, prima al Birmingham e quest'anno al Charlton dove è stato tra i protagonisti della promozione in Championship: anche qui, solito gol di capitale importanza, nella semifinale playoff di appena un mese fa.
Ma la vera rivincita oggi si chiama Polonia U21. Qui il difensore dello sfogo è diventato una risorsa sotto la gestione Michniewicz, come il portiere Grabara. In patria dicono che li accomuni l'intelligenza sul campo e la schiettezza fuori, la voglia di far sempre parlare il pensiero (ma per Bielik niente filtro social, a differenza del collega). A voce e con i gol, parati e segnati. Mercoledì se n'è accorto anche il Dall'Ara.