Dall'addio a Firenze alla Nazionale: la 'rivincita' di Piccini
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Data: 08/10/2018 -

Dall'addio a Firenze alla Nazionale: la 'rivincita' di Piccini

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Le giovanili con la Fiorentina e l'esordio in Serie A, poi i prestiti e l'addio ai viola e all'Italia. Siviglia e il Betis come nuova casa, lo Sporting CP per guadagnarsi la Champions League e il Valencia per diventare il terzino italiano più caro di tutti. Ora la rivincita in Nazionale: che storia Cristiano Piccini
Le giovanili con la Fiorentina e l'esordio in Serie A, poi i prestiti e l'addio ai viola e all'Italia. Siviglia e il Betis come nuova casa, lo Sporting CP per guadagnarsi la Champions League e il Valencia per diventare il terzino italiano più caro di tutti. Ora la rivincita in Nazionale: che storia Cristiano Piccini

Nella descrizione del suo profilo Instagram ha scritto 'Dedication' Cristiano Piccini. Impegno, applicazione, dedizione. Ne ha dovuta mettere tanta nella sua scalata dalla Serie C alla Champions League, arrivando fino alla meritata convocazione in Nazionale.

Piccini l'avrà vissuta un po' come la chiusura di un cerchio, una sorta di 'rivincita' per quel sogno viola soltanto sfiorato. La sua occasione, in quella Fiorentina in cui è cresciuto e che ha sempre tifato sin da bambino, fondamentalmente non l'ha mai avuta. Appena una presenza, nel 2010, con Mihajlovic in panchina, dopo i successi nelle giovanili: un campionato Allievi nel 2009 e una Coppa Italia Primavera l'anno successivo.


IL CAMBIO RUOLO, L'ESORDIO, L'ADDIO



Sinisa stravedeva per lui, Corvino gli chiese un cambio di ruolo (da esterno alto a terzino) che poi gli ha cambiato la vita. “Pur di esordire in Serie A con la maglia viola avrei giocato anche in porta”. Quel 5 dicembre 2010, giorno di Fiorentina-Cagliari, lo ricorda come uno dei più belli della sua vita. In panchina a sorpresa, riscaldamento e... 'Cristiano, vieni!'. In realtà, il Cristiano in questione, era Zanetti. Ma poi arrivò anche il suo turno. Per quella che, ancora oggi, resta la sua unica partita con la Fiorentina in Serie A.

Solo un'illusione, prima dell'addio. Piccini si mise in proprio e ripartì dal basso, si rimboccò le maniche ricominciando da una lunga girandola di prestiti. Carrarese in C, Spezia in B e Livorno in A. Una risalita costante, fino alla grande intuizione di tentare fortuna fuori dall'Italia e lontano dalla sua Firenze.


SIVIGLIA.... 'FIRENZE DI SPAGNA'




Siviglia la sua nuova casa, il verde e il bianco i nuovi colori del destino. Quelli del Betis. Sponsorizzato da Joaquin, voluto da Pepe Mel e, soprattutto, da Eduardo Macia, all'epoca allenatore e direttore sportivo del club spagnolo. Che nel 2014 viveva un momento difficile, perché appena retrocesso in Segunda Divisiòn.

Ma Siviglia vive, anche, di Betis: 34.000 abbonati per provare l'assalto immediato alla Liga, promozione che puntualmente arrivò. Con Piccini protagonista, ovviamente. Tanto da guadagnarsi la riconferma e l'acquisto a titolo definitivo del Betis dopo il prestito dell'anno precedente. Troppo forte il legame nato con il Villamarìn, così come la tentazione di sfidare Messi e Ronaldo.

Qualche infortunio muscolare, anche la rottura del crociato a rischiare di frenarne la crescita. Ma la fame e la voglia di Piccini hanno sconfitto pure questo, anche quando l'unica soluzione per guarire in fretta era la camera iperbolica. Cosa si fa pur di realizzare un sogno...


IL TERZINO ITALIANO PIU' CARO





Le buone stagioni in Liga, però, non bastano per ricevere offerte dalla Serie A. In Italia, Piccini, ci tornerà soltanto da avversario, per affrontare la Juventus in Champions League. Ma con la maglia dello Sporting CP, società che nell'estate del 2017 ha investito 3 milioni di euro per questo ragazzo italiano.

Cifra più che triplicata appena un anno dopo. In estate, il Valencia, ha speso ben 10 milioni di euro per riportarlo in Liga, fissando una clausola da 80 milioni di euro. Già, avete capito: OTTANTA MILIONI! Che, ad oggi, rendono Cristiano Piccini il terzino italiano con la valutazione di mercato più alta. Calciatore (quasi) dimenticato dall'Italia, emigrato all'estero per farsi strada nel grande calcio.

Col senno di poi.... scelta azzeccata. “È un bene che giochi all'esterno, almeno non rischia di restare in panchina. Ha esperienza e gioca sempre in Champions League”, ha ammesso Roberto Mancini. Che, dopo anni di attesa, gli ha concesso la tanto sognata occasione in Nazionale. Giramondo del calcio, tra Spagna e Portogallo. Ma a Coverciano, ad appena 8km di Firenze, Cristiano Piccini potrà risentirsi nuovamente a casa. Il giusto premio per la sua... 'Dedication'!




Tags: Nazionali



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