Cassano: "Basta cassanate! Entella? A chi voglio bene do una mano"
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Data: 08/10/2018 -

Cassano: "Basta cassanate! Entella? A chi voglio bene do una mano"

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Antonio Cassano parla dopo il primo allenamento nella Virtus Entella: "L'importante è rendere conto ai miei figli. Il mio passato è alle spalle. Se resto qui? Prima di tutto conta la squadra"
Antonio Cassano parla dopo il primo allenamento nella Virtus Entella: "L'importante è rendere conto ai miei figli. Il mio passato è alle spalle. Se resto qui? Prima di tutto conta la squadra"

Primo allenamento per Antonio Cassano nella Virtus Entella. Niente contratto, solo un modo per ripartire, per tornare a calcare un rettangolo verde che tanto gli mancava. Davanti a circa 200 tifosi, Fantantonio ha svolto l'intera seduta con gli altri giocatori allenati da Volpe. E dopo l'allenamento, ha rilasciato qualche dichiarazione sulle sue primissime impressioni. "Era fondamentale tornare a sentirmi un calciatore" esordisce così ai microfoni di Sky, Cassano. "Oggi è stata una giornata stupenda, ho riassaporato l'erba di un campo e sono felice. Ringrazio il presidente Gozzi, che si è dimostrato una persona di cuore. Gli ho chiesto la possibilità di potermi allenare, e mi ha dato la disponibilità. È un momento in cui io devo dar conto ai miei figli, far capire loro, dal momento che sono più grandi, che le Cassanate si pagano. Sarebbe una delusione per loro vedere il vecchio Cassano".

Quel Cassano, insomma, è alle spalle. "Ma io sono sempre stato bravo!" commenta con il sorriso sulle labbra. "A meno che qualcuno non mi mandi su di giri. Ma quei tempi sono passati. Totti dice che sono stato tra i compagni con più talento? Ha ragione! Ci siamo divertiti tanto, e dice bene quando pensa che io abbia reso solo il 30% o 40%. Dieci anni fa avevo un'altra testa, avessi avuto i figli, sarei stato un altro e avrei vinto di più. Ho sempre cercato la felicità, ora con mia moglie e i miei figli ho il massimo che si possa chiedere".

A proposito dei figli, Cassano dà loro un consiglio: "Dico sempre di non giocare a calcio, ma di fare tennis o altro. È sempre complicato giocare con il cognome del papà. Anche perché dovrebbero essere più bravi. E dopo di me c'è solo Messi..." ride. Sicuramente, il giocatore che si è visto a Chiavari è sembrato molto concentrato, maturo. "Io ringrazio Gozzi per questa possibilità. Voglio bene a lui e tutta l'Entella. Ecco perché spero che domani i giudici valutino il tutto con estrema serietà: incrocio le dita affinché tutto possa andare bene e che possano tornare in Serie B. Il mio eventuale futuro qui? Non lo so, per ora importa solo che l'Entella raggiunga quel che ha meritato, poi vedremo di passo in passo. Per Gozzi si può fare di tutto: restare in B come in C: è uno dei pochi seri ancora presenti nel calcio. Non sarà un problema: per le persone a cui voglio bene io ci sono sempre".

Si parla anche della Serie A: "Con chi giocherei ora? Con Higuain, senza dubbio. Penso che con Suarez sia il più forte al mondo: sa fare l'uno-due, dà la palla bene. È al top a livello Mondiale. Da chi vorrei essere allenato? Non lo so. Io penso che quello più forte di tutti, dal punto di vista tattico, sia Prandelli, ed è uno scandalo che non alleni in Serie A. Ci sono tanti giocatori e allenatori scarsi, non è possibile che uno come lui non abbia spazio. Purtroppo la vita va così: questo è il nuovo calcio...".

Cassano è poi intervenuto anche in conferenza stampa, e ha continuato a parlare di lui, del suo passato e del suo futuro: "In 3 o 4 settimane penso di raggiungere una condizione accettabile. Per fortuna ho qualità, e con quella arriverò al top velocemente. Qui io porto entusiasmo: sparo un po' di c...ate, faccio ridere. Sono vent'anni che continuo a dire che la colpa è solo mia: se avessi avuto una testa normale, ora sarei ancora al Real. Non ho recriminazioni, domani è un altro giorno, mentre il passato è passato. E non voglio pensare a quello che è stato".

Si parla anche della Nazionale e del possibile futuro del campionato italiano: "Quando giocavo io, gli attaccanti erano Inzaghi, Totti, Del Piero, Vieri... Oggi fai 2 presenze, 1 gol, e sei già convocato, ma poi... i risultati non arrivano. Nel calcio italiano non ci sono più i giocatori forti. Piatek? Non l'ho mai visto giocaore. Ma a me non interessa vedere chi fa gol, perché fare gol non significa essere bravi: giocare a calcio è una cosa diversa. Uno può anche segnare 50-60 gol, ma la mia opinione non cambierà mai perché quelli forti sono altri per me".

(foto: Facebook Virtus Entella)



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