Solito appuntamento giornaliero con “Casa Di Marzio”, il nuovo format di GianlucaDiMarzio.com che cerca di tenervi compagnia attraverso delle dirette sulla nostra pagina Instagram. Stavolta come ospite è toccato a Vincent Candela, campione d’Italia con la Roma e vincitore di Mondiale ed Europeo con la Francia: “Ho vinto tanto, ma si può sempre fare meglio”.
L’ex terzino francese ha iniziato raccontando la sua vita di oggi: lavora con la Roma in radio e tv, organizza eventi sportivi in tutto il mondo e ha anche un ristorante nei Castelli Romani, il Casale “Qui e ora”. Dove spesso vanno a trovarlo tanti ex compagni: “Sono rimasto amico con tutti, Totti lo conosco da 25 anni. Quando sono arrivato a Roma eravamo giovani e lui mi ha fatto conoscere la città. In campo eravamo forti, ma anche fuori ci siamo divertiti tanto. Bello avere un gruppo così. Con Francesco oggi giochiamo anche a padel insieme”.
GLI ANNI ALLA ROMA
D’altronde insieme hanno anche vinto lo Scudetto del 2001, del quale Candela ha solo un ricordo negativo: “Quando i tifosi sono entrati in campo prima della fine dell’ultima partita. è stata l’unica volta in cui mi sono arrabbiato con loro. Poi per fortuna abbiamo potuto riprendere il match e festeggiare”. Poi quel campionato perso nel 2002: “Ci è mancato Batistuta, aveva tanti problemi fisici. La voglia di fare bene c’era. Il giorno dopo lo Scudetto 2001, per esempio, ho portato Capello a casa di Montella per festeggiare, dato che avevano litigato in quei mesi”.
“Poi ci sono state delle cessioni gravi per lo spogliatoio come Di Francesco, Nakata e Mangone. Sono arrivati campioni come Panucci e Cassano ma non è bastato. Il gruppo è cambiato e abbiamo sbagliato tutti, dovevamo vincere di più”. E quella sconfitta con il Milan il 6 gennaio 2004, con la Roma prima in classifica: “Bel casino. Tornavamo dalla sosta, chi prima e chi dopo. Abbiamo sbagliato come gruppo e ne abbiamo pagato le conseguenze”.
UDINESE, SIENA E MESSINA
Candela ha poi parlato della sua carriera una volta lasciata Roma: “Prima sono stato all’Udinese, che gioca in una città particolare dove si vive bene. C’erano campioni come Di Natale, Pinzi, Iaquinta, Di Michele e De Sanctis, è stato un anno bellissimo. Poi però volevo riavvicinarmi a Roma e ho chiamato Perinetti, ds del Siena che mi aveva portato a Roma, per propormi. E così sono andato a Siena, città meravigliosa, ma con l’allenatore non è andata bene e dopo 4 mesi sono andato via. Infine c’è stato il Messina, volevamo salvare la squadra ultima in classifica ma non abbiamo vinto una partita… E da lì ho smesso”.
“TECNICAMENTE SONO TRA I 5 MIGLIORI AL MONDO”
Un Mondiale e un Europeo vinti non da titolare, con Lizarazu preferito a lui: “L’allenatore lo vedeva di più, ma io l’ho sempre incitato per fare gruppo. Tecnicamente ero superiore, anche perché solo Totti, Zidane, Maradona o Messi forse sono meglio di me” ha scherzato Candela. “Ero un difensore che attaccava, alla Francia serviva altro. Lizarazu mi ha anche mandato il suo libro con una dedica, ringraziandomi perché non ho mai fatto polemica, anzi”.
Ricordi poi sull’Europeo del 2000: “Se meritava l’Italia? Non lo so, ma forse nel 2006 meritava la Francia. Comunque a fine partita avevo capito la delusione italiana, mi sono messo a parlare con Totti e Di Biagio negli spogliatoi. Poi dopo mi hanno detto ‘vai anche a festeggiare con i tuoi compagni’. Nel 2006 poi sono stato felice lo stesso, Italia o Francia mi andava bene. Questo paese e Roma mi hanno dato tanto, sia in campo che come uomo”.
LA ROMA DI OGGI, RONALDO E CASSANO
Un pensiero sulla Roma di Fonseca: “La seguo e la tifo. Dzeko è straordinario e c’è tanta qualità con Mancini, Smalling, Kolarov, Cristante, Pellegrini o Zaniolo. Manca concentrazione, si sono buttati troppi punti. Ma il top del rendimento credo che debba ancora arrivare”.
Infine, chiusura su alcune curiosità della propria carriera: “Giocavo a sinistra nonostante fossi destro perché da piccolo mi hanno insegnato così. Mi piaceva rientrare, i cross mi riuscivano anche con l’esterno. Il numero 32 l’ho preso perché a gennaio era uno di quelli liberi, e a me piaceva Magic Johnson. Il giocatore che mi ha impressionato di più dopo Totti e Zidane è stato Ronaldo il brasiliano, fantastico da vedere. Cassano? Un bel personaggio, sano e sincero, mi ha fatto divertire. Era un genio, avrebbe potuto fare molto di più di quello che ha fatto”.