Meglio tardi che mai. Ai Mondiali italiani il Camerun fece sognare un paese intero, trovando la simpatia di tutti gli altri: l'impresa contro l'Argentina di Maradona, i gol dell'eterno Roger Milla, una corsa incredibile fermata solo ai quarti dall'Inghilterra. Quando la squadra tornò a Yaoundé, il 5 luglio 1990, fu un trionfo: la popolazione in festa, la squadra in corteo per le strade. Al punto che il governo promise una casa per ciascuno dei 22 giocatori della nazionale.
Parole nel vuoto. Fino ad oggi. 30 anni e un mese dopo, l'attuale Presidente della Repubblica Paul Biya ha deciso di mantenere la parola data dai suoi predecessori. Bloccati all'epoca da un clamoroso impasse burocratico: la proposta ufficiale inviata al ministro responsabile contava 44 nomi. Il doppio degli effettivi. Andava corretta, cambiò il governo e non se ne fece più nulla.
La svolta
Poi lo scorso giugno, in occasione del trentesimo anniversario dell'1-0 sull'Argentina, l'ex difensore Bertin Ebwellé decise di scrivere una lettera a Biya. Che ha subito dato il via libera alla ricompensa. "Una grande notizia", ha commentato in queste ore Ebwellé. "Non immaginate che felicità quando Milla me l'ha comunicata".
Bertin e Roger - ambasciatore dello sport camerunense - fanno parte di quei 22. Ma solo in 19 purtroppo potranno festeggiare: Louis Paul Mfédé, Benjamin Massing e Stephen Tataw nel frattempo sono infatti deceduti. Il capitano di quella squadra appena lo scorso 31 luglio: pianto da Milla, ricordato da Maradona e da tutti coloro che 30 anni fa furono sorpresi dalla cavalcata dei Leoni Indomabili. Ora finalmente a casa.