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Napoli, Calzona: “Inizia un nuovo cammino. Poche parole, servono i fatti”

Le parole di Francesco Calzona, nuovo allenatore del Napoli, alla vigilia del match contro il Barcellona

A Napoli è iniziata ufficialmente l’era di Francesco Calzona. Scelto da Aurelio De Laurentiis dopo l’esonero di Walter Mazzarri, l’allenatore calabrese si è presentato in conferenza stampa alla vigilia del match di Champions League contro il Barcellona.

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La conferenza stampa sarà soltanto l’ultima tappa di una giornata intensa per Calzona, iniziata al mattino all’hotel Britannique dove ha incontrato il presidente De Laurentiis. Poi a Castelvolturno per il primo allenamento, coinciso con la rifinitura pre Barça.

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Per Calzona, anche commissario tecnico della nazionale slovacca, si tratta di un ritorno a Napoli dopo gli anni da vice con Sarri prima e Spalletti poi.

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Napoli, la conferenza stampa di Calzona

Il nuovo allenatore azzurro, presentatosi al fianco del capitano Giovanni Di Lorenzo, ha cominciato così la conferenza stampa: “Buonasera a tutti. Volevo iniziare ringraziando la Federazione slovacca, nella persona del presidente Kovacic, perché mi hanno concesso quest’opportunità di venire al Napoli. Li ringrazio tantissimo perché il merito è loro, dei giocatori della nazionale. E ringrazio anche il popolo slovacco, perché mi ha manifestato grande stima”.

Cosa ha detto ai giocatori? Si riparte da oggi, si resetta tutto. Si inizia un nuovo cammino, ho trovato una squadra che si è messa subito a disposizione. Poche parole, perché in questo momento abbiamo bisogno di fatti, per cui ci siamo intrattenuti pochissimo tempo e poi siamo andati subito in campo”.

Sui tifosi e Osimhen: “È chiaro che il pubblico di Napoli è un pubblico speciale. Però più che chiedere a loro dobbiamo essere noi a renderli orgogliosi. Per cui il compito è per noi più che per loro: dobbiamo essere noi a portarli a renderli felici con le nostre prestazioni e con i risultati da ora in avanti. Osimhen si è allenato, ha fatto allenamento con la squadra. Chiaramente non è stata una seduta lunghissima, perché c’erano tante cose da fare. Comunque si è allenato a pieno ritmo e sarà valutato come il resto della squadra anche domattina dopo l’allenamento”.

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Cosa può cambiare un allenatore in 24 ore? Fa paura questo Barcellona? “Un allenatore può cambiare poco, però noi non abbiamo tempo. Dobbiamo accelerare questo processo di apprendimento, per cui io ai giocatori ho detto che non abbiamo più scusanti. Dobbiamo migliorare la nostra posizione in questo momento. Poi è chiaro che il Barcellona è una squadra forte, ha passato qualche momento di difficoltà però è una squadra forte, una delle più forti che ci sono in Europa. Per cui chiaramente non abbiamo paura perché noi siamo il Napoli, però nessuno può nascondere che giocano grandissimi giocatori e hanno un top allenatore”.

Chi è Calzona? “Io ho lavorato con tre grandi allenatori, perché includo anche DI Francesco che stimo tantissimo. Mi hanno trasmesso tantissimi concetti che chiaramente mi aiuteranno nel mio prosieguo. Poi io ci ho messo e ci metterò del mio, però per me sono stati tre allenatori importanti”.

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Sulla Champions: “Sono contento, quando sono salito in tangenziale mi è salita l’adrenalina. Il debutto è importante, subito con un avversario importante, però tutto questo non mi spaventa perché il Napoli è una squadra forte. Deve ritrovare alcuni concetti, però è una squadra forte e questo mi rende felice”.

Cosa non ha funzionato in questi primi mesi? “Non parlavo di metodologie, parlavo solamente di convinzione, è un concetto diverso. Io ho detto che è una squadra forte perché ci credo, perché lo hanno dimostrato l’anno scorso e a tratti anche quest’anno. È una squadra forte, ha fatto bene in Champions, facendo un ottimo girone e stravincendo in campionato. Di tutto questo io sono totalmente convinto”.

Di nuovo sul Barcellona: Ho guardato il Barcellona da sportivo finora, perché chiaramente quello che mi è successo ora era inaspettato. Però è una squadra forte, oggi abbiamo guardato tante cose di loro. Mi aspetto una partita dura, però noi partiamo per vincere la partita, perché la mia mentalità è cercare di vincere tutte le partite indipendentemente dall’avversario che abbiamo di fronte”.

Qual è stata la prima richiesta di De Laurentiis? “Io ho parlato con la società solamente domenica, nel passato non mi ha contattato assolutamente nessuno. Il presidente chiaramente non è contento della situazione, mi ha chiesto di credere fermamente ai nostri obiettivi, che sono andare avanti in Champions e cercare di arrivare a un posto che ci possa qualificare il prossimo anno alla Champions.

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Anche il pari andrebbe bene? Assolutamente no. Noi siamo il Napoli, ripeto, questa è una squadra forte. Giochiamo in casa e non accetto assolutamente un pareggio prima di giocare la partita. Se poi il Barcellona sarà così bravo da costringerci al pareggio tanto di cappello, ma noi vogliamo giocare la partita per vincerla”.

Cosa dovrà avere domani il Napoli? Se i giocatori faranno quello che gli chiedo per buona parte della partita io sicuramente sarò felice, perché mi faranno capire che credono alle mie idee, che gli ho spiegato e che ancora non abbiamo messo in pratica. Questo per me sarebbe già un grande risultato. E vuol dire anche che penso che la squadra se fa questo può raggiungere risultati importanti. Ho chiesto loro di essere squadra nelle due fasi e già questo mi basterebbe, perché non accetto, se parliamo della fase difensiva, che ci siano giocatori che non partecipano o che si sentono esonerati da questo atteggiamento tattico. Per cui se i ragazzi faranno questo io sono fiducioso e sicuramente sarò contenti”.

Sul modulo e la qualità del Barcellona: A me piace il 4-3-3 ma io non mi lego ai moduli. Cerco di sfruttare le caratteristiche dei giocatori, la squadra è stata costruita in un certo modo e io di questo ne terrò conto perché è giusto così. Del Barcellona ho visto ultimamente da spettatore una o due partite. Ho seguito quelle di campionato, specialmente l’ultima, e ripeto è una squadra forte. Difficile da affrontare, ha grandi giocatori, non c’è bisogno di fare nomi. Poi stimo tantissimo l’allenatore”.

Sugli insegnamenti di Sarri e Spalletti, l’allenatore ha dichiarato: Per me è stata una grande fortuna avere questi due allenatori, che mi hanno insegnato tantissime cose. Hanno caratteristiche diverse, ma questo ha fatto sì che io mi sono arricchito ancora di più. Però due allenatori con grandissima personalità, magari diversi nel lavoro sul campo. Con mister Spalletti sono stato un anno solo, ma è stato un anno intenso. Ho potuto osservarlo, studiarlo, collaborare con lui, anche se è stato solo un anno è stato un anno di grandi insegnamenti. Se li ho sentiti? È successo tutto così in fretta che a parte i miei genitori, uno dei miei due fratelli, la mia compagna e mia figlia non ho sentito nessuno.

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Questa squadra ha bisogno di una nuova identità? Se questo non succederà vuol dire che io ho fallito, perché non riesco a sopportare che le mie squadre non siano ordinate e non acquisiscano una certa mentalità. Noi abbiamo l’aggravante che oltre a dare un’identità dobbiamo fare anche risultati. Questo ci può mettere un pochino più di pressione, però io ai ragazzi ho detto che non devono pensare a questo. Devono pensare che dobbiamo riportare in partita quello che facciamo in allenamento, ad avere la testa libera, a pensare a divertirsi perché si chiama gioco del calcio. Se facciamo questo sono convinto che possiamo fare bene”.

Come è cambiato il Barcellona rispetto all’ultima volta? Non è cambiato tantissimo nell’atteggiamento che aveva due anni fa. Ripeto, ha avuto un periodo di difficoltà nel 2024, hanno subito un po’ più di gol della media a cui erano abituati, però non cambia niente. Non cambia niente perché c’è il solito allenatore con i soliti concetti, per cui non credo che a parte qualcosa a livello tattico ci possa essere qualche novità diversa dal Barcellona passato”.

Su Traorè: “Traorè oggi abbiamo fatto un allenamento prettamente tattico. Chiaro che conto su di lui, ma non solo su Traorè. I giocatori mi dovranno dare indicazioni in allenamento perché io sceglierò in futuro in base a quello che vedrò in allenamento. È chiaro che gli allenamenti prima della partita saranno due, quello di oggi e quello di domattina, però per me saranno indicativi per fare delle scelte. Traorè sappiamo tutti che è stato tanto tempo fermo, non è al 100%, però è un giocatore su cui conto. Non so se lo utilizzerò dall’inizio o a partita in corso”.

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De Laurentiis ha messo pressione? “Il presidente chiaramente vuole migliorare la situazione attuale. Non mi ha messo nessuna pressione, ma io so cosa vuol dire per una società raggiungere i cinque posti, un mondiale per club, e non ce n’era bisogno. Però il presidente è stato molto gentile, molto tranquillo. Non mi ha fatto pressioni di nessun genere”.

Crede nei miracoli? Sapevo di qualche statistica, ma non gli do tanto peso. Io credo fortemente in questa squadra, non lo dico perché lo devo dire ma perché ci credo fortemente. Io penso più alla mia squadra che all’avversario, ma questo perché penso che questa squadra sia in grado di vincere tante partite. Lo dobbiamo volere e sarà questa la chiave per il futuro. Volere.

Hamsik nello staff di Calzona? La risposta dello slovacco

Il nuovo allenatore del Napoli ha risposto anche a una domanda sul possibile arrivo di Hamsik come membro del suo staff tecnico: Io volevo fortemente che venisse, solo che lui gestisce un academy abbastanza importante e da quando ha smesso di giocare l’ha presa in mano lui. In così poco tempo non è riuscito a organizzarsi, però mai dire mai perché Hamsik, insieme a Maradona, è il giocatore credo più amato qui a Napoli. Oltretutto è un ragazzo fantastico, collabora con me nella nazionale slovacca e sono molto felice della sua collaborazione. Gli ho dato tanto spazio in campo ed è veramente bravo”.

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Dopo la conferenza, Marek Hamsik ha parlato ai microfoni della radiotelevisione slovacca RTVS: “Calzona mi vorrebbe nello staff tecnico. Domani ho un incontro con il presidente De Laurentiis, ma ho già detto ad entrambi che ora preferirei restare a casa”.