Ospite di Sky Sport questo pomeriggio, è stato il direttore dell'area tecnica del Bologna Walter Sabatini. Il dirigente ex Roma, si è espresso su vari temi, partendo dall'andamento della squadra: "Ultimamente c'è grande insoddisfazione per i risultati della squadra e qualcuno ha messo in dubbio le grandi qualità del presidente. Lui non ha responsabilità, offenderlo è una cosa totalmente priva di senso, al massimo sono responsabilità a carico dell'Area Sportiva. Il presidente è una persona moralmente eccelsa e non andrebbe mai nominato in maniera non congrua e non corretta. Non c'è bisogno di questo clima di sfiducia, il Bologna è una società e una squadra che farà bene quest'anno e in futuro. Siamo destinati a crescere e arriveranno anche le vittorie. Abbiamo avuto delle gare dove non siamo stati brillantissimi e abbiamo fatto degli scivoloni, ma per la maggior parte delle partite ce la siamo giocata alla pari con tutti, esprimendo il nostro calcio".
Parlando proprio a difesa del presidente Saputo, Sabatini ha poi sottolineato: "Il nostro obiettivo è quello di tenere Svanberg, così come tutti i nostri pezzi pregiati. Il Milan, in realtà, non ha mai fatto un'offerta ufficiale per lui. Sul calciatore ci sono tante società, ma i nostri migliori elementi non sono sul mercato. Questa per un'indicazione precisa del presidente Saputo. Cerchiamo un attaccante è vero, ma in questo periodo storico è complicato trovare una punta capace di dare qualcosa in più alla squadra. Non vogliamo essere messi alle strette dalle società, fare mercato in Italia al momento è complicato ma troveremo situazioni giuste per le nostre necessità".
Poi sul futuro societario dell'Inter: "Ho avuto la possibilità di conoscere la famiglia Suning. La sensazione è quella di un'immagine e una potenza smisurata da parte della loro holding. Quando c'è un intervento del governo cinese non c'è però molto da fare, bisogna soltanto agire e porre rimedio secondo quelle che sono le direttive governative. Quello cinese è un ambiente molto bello ma anche molto particolare, bisogna muoversi sempre con cautela". Poi sulla questione Eriksen: "Io tra allenatore e calciatore scelgo sempre il primo. I calciatori sono dei simboli e non hanno certe responsabilità. Il mestiere dell'allenatore è complicato. Probabile che le idee di Conte non si sposino con quelle di Eriksen, ci sono scelte che possoo sembrare impopolari, ma un allenatore sceglie sempre per il bene della propria squadra".
Infine su Thiago Pinto e Strootman: "Il primo si troverà a lavorare in un ambiente molto complicato, è un dirigente giovane e di talento con un'esperienza importante al Benfica, ci sono tutte le carte in regola per fare bene. Su Strootman sono felice che sia tornato in Italia. Senza infortuni sarebbe stato uno dei centrocampisti più forti del mondo e quell'anno con Garcia in panchina con lui in campo magari avremmo potuto vincere lo scudetto".