Un gol per rilanciarsi e spazzare via le paure. Il suo nome ha cominciato a circolare un anno fa: prima l’infortunio tremendo, poi la maglia col suo nome che fa il giro dell’Olimpico, inquadrata dalle telecamere. Non era stato lui a segnare, però, ma il più noto Edin Dzeko, il bosniaco che a Riccardo Calafiori aveva dedicato la tripletta contro il Plzen con un invito a tornare in campo il più in fretta possibile. Un anno più tardi, la Roma Primavera cercava un segnale e quel segnale è arrivato puntuale. Un bolide, preciso sotto la traversa, un tiro così forte da ricacciare via indietro tutte le delusioni, oltre che i difensori avversari. Calafiori è diventato così il volto della “sua” Roma Primavera, la squadra di Alberto De Rossi che vince a Napoli in rimonta (1-2) grazie anche ad un gol del suo baby gioiello e va avanti in classifica con tre punti pesanti.
Su quel suo sinistro c’era tutta la voglia di tornare al gol. Un’esultanza convinta, rabbiosa, capace di catturare le attenzioni dei presenti al Ianniello. Il cross al centro arriva dall’altro lato, tutta la difesa si schiaccia verso l’aria piccola, è un rigore in movimento che Riccardo non può non sfruttare. Prima di calciare gli saranno passati avanti dodici mesi di sofferenza pura, da quel brutto incidente al ginocchio che poteva costargli la carriera alla vittoria di oggi.
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DALL’INFORTUNIO AL GOL
Se ogni viaggio ha un senso, anche il girovagare di Calafiori insegna. Esattamente un anno fa, il momento più duro: nella gara di Youth League contro il Plzen il suo ginocchio sinistro va in mille pezzi, un infortunio tanto grave quanto inaspettato per tutti viste le modalità. Lo scontro di gioco con Svoboda gli aveva portato via tutti i legamenti del ginocchio sinistro, dei menischi e della capsula. Un incidente che aveva fatto rumore, che aveva lasciato senza parole anche i calciatori della prima squadra prima ancora della dedica di Dzeko. Riccardo si è fatto voler bene e tutti, anche in prima squadra, hanno imparato a conoscere quel terzino sinistro di appena 17 anni che già parla da veterano.
Subito portato a Villa Stuart, il giovane Calafiori si opererà in America. A suggerirlo era stato direttamente Mino Raiola, agente del ragazzo che lo scorso luglio ha sfoderato un sorriso sincero quando è arrivata la firma sul rinnovo di contratto per il suo assistito. Calafiori si è rimboccato le maniche e il campo l’ha lasciato solo per necessità: durante il recupero, infatti, non era così difficile incontrarlo sia al Tre Fontane per le gare della Primavera, sia a Trigoria per l'Under 17, vicino ai compagni di sempre per non perdere le buone abitudini, per inseguire l’obiettivo del rientro.
IL RINNOVO
Lo scorso marzo si è rivisto in allenamento dopo cinque mesi di terapie, ma la stagione era ormai andata. Contro il Chievo, un mese fa, il nuovo esordio, con un’ora in campo da titolare e la voglia di tornare a sorridere. La gioia, in realtà, era arrivata anche in estate, quando la Roma gli ha mostrato tutta la fiducia rinnovandogli il contratto fino al 2022. “Sono onorato di poter continuare a lottare per i colori che amo” aveva scritto sui suoi social Calafiori, lui romanista convinto che non ha tentennato un momento dopo l’infortunio ma che ha pianto a dirotto quando il suo idolo Daniele De Rossi ha lasciato per sempre la Capitale. Gli stessi colori che oggi ha portato al successo (1-2, sua la rete del momentaneo pareggio), inaugurando un nuovo capitolo della sua vita da giovane stella.
A cura di Gennaro Arpaia