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Bayern Monaco, il ds Eberl: “Alphonso Davies? A un certo punto devi dire sì o no”

Le parole del ds del Bayern Monaco Max Eberl sul rinnovo di Alphonso Davies e sul futuro della panchina

Il difensore canadese del Bayern Monaco Alphonso Davies è in scadenza nel giugno del 2025. Ai microfoni della Bild, il direttore sportivo dei bavaresi Max Eberl ha fatto il punto sulla trattativa per il rinnovo di contratto del classe 2000. Il dirigente ha anche parlato del futuro della panchina del Bayern Monaco, rivelando di avere una lista di candidati per il dopo Tuchel.

 

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Le parole di Eberl

Il direttore sportivo del Bayern Monaco Max Eberl ha rivelato un retroscena in merito al rinnovo di contratto di Alphonso Davies. Eberl ha raccontato come la scorsa estate la trattativa si sia arenata: “Le trattative erano in corso da tempo, ma la scorsa estate si sono arenate. Stiamo affrontando la questione. Abbiamo fatto ad Alphonso un’offerta molto concreta e riconoscente. Ad un certo punto della tua vita, devi dire sì o no.

 

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Eberl ha anche parlato del futuro della panchina bavarese: Ci sono nomi che sono su una lista. Ci sono più di quattro nomi, ma non quaranta. È nostro dovere riflettere attentamente: nell’elenco compaiono anche idee insolite. Ci scambiamo idee per ottenere la migliore essenza possibile: dobbiamo e vogliamo conoscere le persone e il loro ambiente. Quindi vogliamo identificare molte cose in anticipo e avere le due o tre discussioni finali alla fine”.

 

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A domanda precisa, il dirigente ha anche risposto in particolare su due allenatori: Sebastian Hoeneß dello Stoccarda e Jurgen Klopp del Liverpool: “Sebastian sta facendo un lavoro eccezionale a Stoccarda. Con l’estensione, l’argomento è stato ora eliminato. Ma per favore: questo non significa che Sebastian fosse la nostra soluzione migliore e che siamo stati respinti. Klopp? So cosa significa quando fai affermazioni di quel genere: ‘Non ho più energia’. Pochi possono giudicarlo meglio di me, dopo averlo vissuto. Quando una persona dice questo, il lavoro viene in secondo piano. E prima di tutto le persone. Quindi non lo chiamerò“.