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Data: 11/05/2019 -

Bari, alla base della rinascita: Cornacchini, Scala e lo staff tecnico si raccontano

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Freschi di conferma per la prossima stagione, allenatore e club manager rivivono una stagione intensa: quella del ritorno tra i pro. Tra uno spaghetto al pomodoro e i riti dello spogliatoio
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Freschi di conferma per la prossima stagione, allenatore e club manager rivivono una stagione intensa: quella del ritorno tra i pro. Tra uno spaghetto al pomodoro e i riti dello spogliatoio
Dal ritiro in un hotel romano alla festa nel cuore della Sicilia, al “Proto” di Troina. Tutto in otto mesi. Passando per campi di periferia, vittorie (tante), scivoloni (pochi) e la riscoperta di un calcio che Bari non frequentava da decenni. Alla base della rinascita del Bari che ha ritrovato il professionismo ci sono la classe di Brienza, gli acuti di Floriano, la determinazione garantita da Di Cesare e i gol di Simeri, ma nelle stanze dei bottoni c'è stato un pokerissimo che ha preso in mano la nave biancorossa e l'ha portata fuori dalle acque ristagnanti della Serie D. Giovanni Cornacchini, allenatore che in Puglia ha vinto il secondo campionato dopo quello di Ancona nel 2014. Il suo secondo Tommaso Marolda. Il preparatore dei portieri Roberto Maurantonio e il preparatore atletico Luca Lancioni. Uno staff coordinato dentro e fuori campo da Matteo Scala, club manager con compiti estesi all'area tecnica. Alla base del rilancio c'è “un piatto di spaghetti al pomodorino”.

Già, perché come raccontano i protagonisti a gianlucadimarzio.com, la stagione della SSC Bari ha avuto il via il 20 agosto “a Roma. Ognuno aveva incontrato la proprietà o aveva avuto dei contatti telefonici, ma è lì che ci siamo incontrati per la prima volta” racconta Scala. “Nessuno conosceva nessuno, tutti conoscevamo Cacioli”. Capitano con fascia in condivisione con Brienza, che a Bari ha conquistato la settima promozione della sua carriera. “Siamo partiti senza preparatore dei portieri, Roberto Maurantonio si è aggregato qualche giorno dopo” ricorda il club manager. “Anche perché portieri non c'erano” rilancia mister Cornacchini. Una battuta, ma anche la cifra della serenità che si respira nello spogliatoio. Sarà anche per questo che la dirigenza guidata da Luigi De Laurentiis ha deciso di confermarli in blocco per la prossima stagione, dato ufficializzato con un comunicato a due giorni dall'avvio della Poule Scudetto.

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CORNACCHINI: “IL SEGRETO? MAI DARE NULLA PER SCONTATO”

In quanti minuti ho accettato la chiamata del Bari? Dall'altro lato del telefono la dirigenza non aveva nemmeno finito di parlare e già avevo detto sì”. Il volto di Giovanni Cornacchini dopo la conquista dell'obiettivo è quello di chi ha accettato un'avventura prestigiosa, sapendo però di avere più da perdere che da guadagnare. “Bari è stata una sfida importante, in una piazza che pretende tanto e nella quale qualcuno aveva dato per scontato che vincere subito fosse semplice. Ce l'abbiamo fatta con tranquillità e serenità. Il merito è anche della piazza, che ci ha sempre sostenuto e in casa ci ha fatto sentire ogni volta in Serie A”. Attaccante in campo (da calciatore ha collezionato 3 presenze nel Milan di Gullit e Van Basten), l'allenatore classe 1965 di Pesaro preferisce le ripartenze davanti ai microfoni, esibendo serenità. Solo apparente, precisa con tono scherzoso: “I momenti di confronto non mancano, ma ognuno ha i propri compiti, ci si rispetta e ci si stima in maniera incredibile. Abbiamo creato degli equilibri importanti”. Che passano anche per dei momenti di relax. C'è la partitella di calcetto del giovedì o la cena bisettimanale. “Lancioni perde sempre” scherza dall'altra parte Marolda. L'allenatore torna serio: “Si è creata immediatamente grande intesa, anche se ci conoscevamo poco. È cresciuta con il tempo e ci ha permesso di conquistare risultati importanti. Poi quando hai una società così strutturata dietro, non puoi che essere sereno”. Anche se qualcuno più ansioso c'è. Cornacchini guarda alla sua sinistra, dove è seduto Matteo Scala. “A ridosso della partita mi faccio un sacco di pensieri – lo interrompe il club manager – con la squadra cerco di mostrare una certa serenità, quando sto con loro meno. Anche domenica scorsa giocavamo con il Roccella ed eravamo praticamente senza obiettivi da raggiungere, ma la tensione era quella di sempre. Il mister è in grado di dare serenità, il più sfacciato è il prof. Anche a Torre del Greco, quando abbiamo perso, sorrideva a fine partita. Ma meno male, serve chi stemperi la tensione”.

 

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