"Meritavamo una vittoria di questo tipo, abbiamo dato l'anima". Copyright di Federico Dionisi, capitano e anima di un Ascoli che riscrive la storia del campionato di Serie B in 90 minuti. Passa per 2-0 al San Nicola di Bari nella nona giornata, interrompe un digiuno di vittorie che durava dal 28 agosto (2-3 a Palermo) e costringe la formazione di Michele Mignani alla prima sconfitta in stagione dopo 10 partite tra B e Coppa Italia.
La copertina se la prende il numero 9. E il gol dello 0-2 al minuto 89, perla di qualità e scaltrezza con partenza a centrocampo, dribbling su Vicari e allungo su Terranova prima di fulminare Caprile con un destro dal limite, è la sintesi della sua partita. Esultando con un saluto militare, gesto che ha sostituito la “bevuta” sotto la curva che lo accompagnava a Frosinone dopo un gol.
Nel pomeriggio di Dionisi: sacrificio, scatti, carattere e quel gol davanti a Polito
Quella di Dionisi è stata una partita di sacrificio, spintoni, dialettica accesa con i giocatori del Bari e gestione. Degli spazi, da condividere con Gondo in attacco. Delle energie nel fare la rincorsa in più su un avversario, quella che forse in alcuni momenti era mancata all'Ascoli dei tempi recentissimi. Dei palloni. Non ne ha toccati troppi, l'attaccante 35enne, ma ha dato qualità a ognuno di essi. Che si trattasse di fare da sponda per i compagni o di segnare il gol che chiude la partita. Secondo in stagione dopo quello di una settimana prima al Modena, diciassettesimo in un anno e mezzo con l'Ascoli.
Proprio contro il direttore sportivo del Bari Ciro Polito, che l'aveva voluto con forza a gennaio del 2021, quando Dionisi era un'icona del Frosinone salutato dopo sei anni e mezzo, e aveva costruito sulle sue giocate le basi di una salvezza che tanti ritenevano impossibile.
Il botta e risposta con Di Cesare: "Cose che succedono in campo"
Non si è fatto tanti amici al di là di quelli in maglia bianconera Dionisi, a Bari. Pronti, via e battibecco con Bellomo. Poi la partita nella partita con Valerio Di Cesare: "Lo screzio con Dionisi? Se per quindici anni hai sempre lo stesso atteggiamento non puoi chiedere scusa" dirà il capitano biancorosso a fine gara. "Per me quello che succede in campo finisce in campo, io do l'anima per la mia squadra e Valerio dà l'anima per la sua: sono screzi che ci stanno in campo" replicherà l'attaccante. Duello tra giocatori di grande carattere e carisma. Che al San Nicola ha anche 'rischiato' di fare doppietta.
Aveva sbloccato i giochi al 65': punizione di Falasco, sponda di Simic, zuccata alle spalle di Caprile. Tutto fermato dal Var per fuorigioco in partenza. L'appuntamento con il gol 114 in carriera, molto simile a quello segnato ad Ascoli sei anni da fa Cacia contro la Salernitana, era solo rinviato. Fine di un pomeriggio che conferma una tesi: se esistesse un vocabolario calcistico, molto probabilmente alla voce “leader” trovereste scritto Federico Dionisi.
Attacco del Bari a secco per la prima volta in stagione
E dire che il pomeriggio era cominciato nel segno di un altro attaccante: Walid Cheddira, capocannoniere del campionato con 8 reti premiato nel calore del San Nicola dalla Lega di Serie B come miglior giocatore del mese di settembre. In campo il 24enne fresco di convocazione con la nazionale del Marocco ha però avuto meno spazi del solito: merito dell'atteggiamento accorto della difesa dell'Ascoli, sempre stretta nei suoi tre centrali Simic-Botteghin-Quaranta.
Così Bucchi ha alzato la guardia contro l'attacco che al fischio d'inizio della nona giornata, grazie ai 18 gol segnati in 8 gare, era il più prolifico del campionato. E che mai prima dello 0-2 del San Nicola in stagione, considerando anche i 7 gol di Coppa a Padova e Verona, era rimasto a secco.
Bari va già oltre la sconfitta: gli applausi dei 31mila del San Nicola per Mignani e i suoi
Applausi dei 204 tifosi marchigiani a Bari, che festeggiano una vittoria che sa di calcio alla crisi di risultati. Applausi scroscianti anche per la squadra di casa, omaggiata dai restanti 31.378 spettatori sugli spalti del San Nicola. Avete capito bene: 31.378 tifosi per una partita di Serie B. E pensare che non si sfidavano nemmeno due concorrenti per la vetta. Numeri di una città che continua a superare se stessa e che in quattro partite in casa ha portato allo stadio già più di 110mila paganti.
Nonostante lo 0-2 e lo stop a una serie utile di 10 gare con una sconfitta che mancava da 168 giorni (Bari-Sudtirol 1-2) Bari ha cantato fino all'ultimo minuto. Superando con pazienza l'amarezza per una giornata che poteva portare Mignani (amara la sua 50esima panchina in biancorosso) e i suoi in solitaria sulla vetta di una classifica che ora li vede secondi con Reggina, Genoa e Frosinone, a -1 dalla Ternana capolista.