“Barella? Un piccoletto biondo che palleggiava con qualsiasi cosa”. Cagliari, visita alla scuola calcio Gigi Riva
“A chi non piacerebbe giocare per l’Italia? E’ il sogno di ogni bambino che inizia questo sport, incrociamo le dita...“. Per Nicolò Barella il grande giorno potrebbe essere arrivato e cresce l’attesa a Cagliari. Albania-Italia, tra i convocati di Gian Piero Ventura c’è l’orgoglio del settore giovanile del club sardo, che ad appena vent’anni spera nell’esordio con la Nazionale maggiore. Il primo giocatore del Cagliari a esordire in azzurro fu un certo Gigi Riva e se “Barellino” è arrivato così lontano un po’ lo deve anche a Rombo di Tuono. Nella scuola calcio che porta il nome del bomber di Leggiuno e di cui Riva è ideatore, creatore e presidente, Nicolò ha mosso i primi passi. “Su piccioccheddu” era una peste “un piccoletto biondo che calciava e palleggiava con qualsiasi cosa incrociasse nel suo cammino” ci racconta Daniele Cortis, avvocato cagliaritano di 44 anni e direttore generale della “Scuola calcio Gigi Riva”. E’ Cortis ad accoglierci nel centro sportivo e appena si parla di Nicolò iniziano a brillargli gli occhi: “Era un bambino straordinario, vivacissimo e molto intelligente” – continua Daniele – “Questo mi colpì subito. Nonostante fosse piccolissimo aveva personalità, andava d’accordo con tutti e strappava sempre un sorriso”.
Matteoli, Festa, Zola, tutti gli allenatori che hanno avuto a che fare con Nicolò ce l’hanno descritto come un piccolo fenomeno: tu che all’epoca eri istruttore come lo descriveresti? “Sottoscrivo tutto. Nico ha giocato l‘ultima stagione qui nel 2004-2005, aveva otto anni. Era piccolino, esile, ma aveva già una forza incredibile per la sua età e calciava da qualsiasi posizione. Da qui sono passati tanti bambini con un futuro roseo, ma lui aveva il calcio nel sangue. Nicolò è stato bravo a coltivare il talento con la sua passione ed è stato accompagnato nella sua crescita da una famiglia esemplare. I genitori non gli hanno mai messo pressione”. Ruolo preferito? Cortis scuote la testa… “Era uno di quei bambini a cui bisognava dire ‘vai a giocare e cercati la tua posizione’. Ricordo il primo torneo, a livello provinciale. Nico era un po’ in tutte le zone del campo e quando si avvicinava all’area tentava già i primi colpi: ricordo addirittura una rovesciata. Cose pazzesche per un bambino di quell’età: fece gol! Pochi anni dopo fu notato a un torneo insieme a un altro ragazzo, Granara, e segnalato a Matteoli. La stagione successiva approdò al Cagliari. Abbiamo mantenuto un rapporto splendido, da allora Nicolò viene sempre a trovarci, a giocare con i bambini, a guardare le partite e gli allenamenti e si diverte tantissimo: questo può spiegare anche che tipo di ragazzo è”.
Legame fortissimo testimoniato dalle parole del “gioiello” rossoblù. “Mi commuove a ogni intervista, perché ricorda sempre le sue origini, dove è nato e chi lo ha cresciuto” – riprende Cortis – “E’ a completa disposizione dei ragazzi per foto, due palleggi o una semplice chiacchierata: non si è montato la testa.Nella Gigi Riva è cresciuto anche il cugino Lorenzo, che adesso gioca anche lui nel Cagliari. Veniva poi a guardare Edoardo Schievenin, il cugino della sua compagna. Dopo cheè passato ai rossoblù, Nicoha scalato tutte le categorie per meriti, anche in Nazionale, ed è arrivato nel gradino più alto. Ma qui rimane sempre “Barellino”, non è cambiato di una virgola”. E stasera potrebbe esserci il momento tanto atteso: emozionato per il possibile esordio di Nicolò? “Per noi è un grandissimo orgoglio. Siamo la scuola calcio più vecchia d’Italia e in 42 anni di attività non c’era mai capitato che un nostro ragazzo arrivasse così in alto. Avere un giocatore che, mi auguro, già stasera esordirà in Nazionale, è una soddisfazione enorme. Il suo futuro è comunque già scritto, se non sarà stasera ci saranno tante altre occasioni per vedere Nicolò protagonista in Nazionale. Prima di lui anche Gianluca Festa sfiorò l’azzurro e ci sono già pronti i prossimi Barella, ma ne riparliamo tra qualche anno. Però ti do un indizio, sono già nel Cagliari e stanno già ottenendo grandi risultati”.
Intorno a noi i ragazzi proseguono i loro allenamenti, a occhio un centinaio. Ma quanti sono in totale? “Solo quest’anno nella scuola calcio abbiamo toccato quota 400 iscritti, siamo in continuo trend positivo: 300 due anni fa, 350 l’anno scorso. Stiamo per inaugurare il nuovo centro sportivo, spero nei primi mesi del 2018, sarà la ciliegina sulla torta. Qui vogliamo crescere ragazzi che sappiano vivere nella società e con gli altri. Di Barella può capitarne uno ogni vent’anni, gli altri faranno gli avvocati, i medici, gli idraulici, gli autisti… ma tutti usciranno da qui con dei valori. Vogliamo contribuire a formare uomini prima dei calciatori e chi non condivide i nostri valori può andare via in qualsiasi momento”.
Rispetto delle regole, educazione e valori, Cortis ribadisce più volte il concetto:“Noi accogliamo tutti, ma nel rispetto delle nostre condizioni. Questo mi ha insegnato mio padre, che ha allenato nelle giovanili del Cagliari. E’ stato presidente nazionale del settore giovanile scolastico della Federazione dal 1993 al 1997 e in quel periodo sono usciti fuori giocatori come Del Piero, Cannavaro, Nesta e Totti, solo per citarne alcuni. Da qualche anno ho ereditato il suo incarico nella scuola calcio Gigi Riva, portando avanti sempre gli stessi principi”. Valori che hanno portato “su piccioccheddu” dai campetti del Gigi Riva al possibile esordio in Nazionale: qui a Cagliari incrociano tutti le dita per “Nico”.