C’eravamo tanto amati. Fiducia, speranze e tanta pazienza, fino a non farcela più. La storia di Mancini e Balotelli si può riassumere così. Il Mancio fu il primo a dargli una chance all’Inter, lo ha voluto al City e oggi lo ha richiamato in nazionale dopo tre anni di distanza. L’ultimo a dargli fiducia in azzurro era stato proprio lui nel 2018, finché anche lui non ha gettato la spugna e si è girato a guardare altrove. Tempo scaduto, game over. Ora, più di milleduecento giorni dopo lo ha chiamato ancora per battere prima la Macedonia e poi il Portogallo o la Turchia. Ancora insieme, direbbe Rino Gaetano.
Sarà la quinta o sesta occasione di Balo nella sua storia in azzurro. Questa non andrà fallita. Il percorso di Mario in nazionale inizia nel 2010, Upton Park contro la Costa d’Avorio. Quel giorno la decise Kolo Toure. Due mesi dopo arrivò il primo squillo contro la Polonia. Primo flash. E la sensazione di aver trovato il nuovo numero 9 per i prossimi dieci anni. Invece saranno poche luci e tante ombre. Mario è uno che ti seduce con l’illusione di essere cambiato e di poter spaccare il mondo, poi ti delude buttando via tutto. O almeno è sempre stato così fino a ora. Ma è doveroso fare un passo indietro.
Euro 2012, cartoline da Kiev e Varsavia
L’Europeo con Prandelli sarà il punto più alto della sua avventura in azzurro. Devastante. Balotelli è in grande forma e arrivava da una Premier vinta con il City di Mancini. Già, ancora lui, ancora loro. Agli Europei la prima vittima è l’Irlanda, poi il rigore contro l’Inghilterra e la semifinale contro la Germania. Apoteosi di Mario, uno di quei momenti in cui ha toccato il cielo e in cui a tutti è sembrato potesse rimanerci per davvero. Doppietta a Neuer, il primo di testa a sovrastare Badstuber, il secondo con una sassata sotto l’incrocio. Esultanza cult a mostrare i muscoli e la sua forza. Mario fa volare l’Italia che in finale si arrese solo alla Spagna campione di tutto. Cartolina da Varsavia. Di quelle che si tengono per sempre nell’album dei ricordi e che ti strappano un sorriso quando le vedi, anche se ormai un po’ ingiallite.
Il Mondiale in Brasile e l’Inghilterra punita ancora
Quindici giugno 2014, primo squillo di Mario dal Brasile. Inghilterra battuta e Hart trafitto ancora. Stavolta di testa. Il grosso nel girone sembra fatto, invece le sconfitte con Costa Rica e Uruguay ci costano l’eliminazione. Disfatta su tutta la linea. Li finirà anche l’esperienza di Balo in nazionale, complice un rendimento non esaltante con i club. Persino Prandelli, che gli aveva dato sempre fiducia, lo scarica. Bravate, comportamenti fuori dalle righe e prestazioni che non arrivano. Balotelli gira tante squadre senza incidere e Conte non lo prende mai in considerazione. Buio pesto.
Fino all’arrivo di Mancini in nazionale, che come sempre gli dà una chance. Inizia il Balotelli ter in azzurro, ma sarà di breve durata. Mancava da quattro anni e l’inizio è dei migliori. Gol alla prima (dei tanti ritorni) contro l’Arabia Saudita e due buone partite contro Polonia e Francia. Poi basta, il tempo è finito come anche la pazienza. Sfiduciato da tutti, anche da se stesso. Oggi avrà l’ennesima occasione di mostrare il suo immenso talento. Buona fortuna Balo.