C'è una data impressa nella storia recente dell'Atalanta: 20 febbraio 2022. Quel giorno, dopo anni di presidenza Percassi, nella famiglia nerazzurra si fece largo un nuovo investitore, lo statunitense Stephen Pagliuca.
Il co-owner dei Boston Celtics era rimasto impressionato da due caratteristiche del club bergamasco: la crescita continua nei risultati sportivi e la solidità finanziaria, conseguenti alla politica di valorizzazione del talento.
I segreti della società Atalanta: dai Percassi alla successione Sartori-D'Amico
Sono proprio questi i segreti di una società che vive oggi il giorno più glorioso della sua storia. La svolta di due anni fa, di fatto, non ha cambiato nulla: l'Atalanta è rimasta quel "miracolo sportivo" fatto di investimenti mirati, ben calibrati, senza follie o passaggi a vuoto. Una realtà saldamente ancorata al territorio (come confermano per esempio le maglie regalate ai neonati di Bergamo), ma capace di proiettarsi in Europa.
Tutto parte dalla competenza. L'Atalanta ha come presidente e come amministratore delegato due ex calciatori, Antonio e Luca Percassi. Il primo, dopo aver giocato da difensore proprio in maglia nerazzurra, negli anni Settanta, si è costruito un dopo-carriera di imprenditore di successo, diversificando i suoi investimenti fra diversi rami. Il figlio Luca, con un passato nel settore giovanile del Chelsea, lo ha progressivamente affiancato negli "affari di famiglia".
Il talento, dunque, ma non solo in campo. Altri uomini chiave dell'era Gasperini siedono dietro a una scrivania. A partire da Giovanni Sartori, artefice delle imprese di Chievo, Atalanta e Bologna. Al suo posto, nel 2022, arrivò Tony D'Amico, proveniente dall'Hellas Verona e capace in questi anni di non far rimpiangere il suo predecessore, impresa non semplice.
Lo stadio di proprietà, la capacità di competere sul mercato con le big, i risultati sportivi sono le conseguenze di una gestione virtuosa. La salita è finita: ora la famiglia Atalanta si gode il panorama.