A lezione da Costanzi, parte 2: "Atalanta scuola di vita a 360°"
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Data: 24/12/2018 -

A lezione da Costanzi, parte 2: "Atalanta scuola di vita a 360°"

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La seconda parte della nostra intervista esclusiva a Maurizio Costanzi, responsabile scouting dell'Atalanta, con le altre due 'lezioni': la tradizione e l'eccellenza. "L'Atalanta è un modello di vita a 360°: costruiamo giocatori ma soprattutto uomini". Le parole di Costanzi ai nostri microfoni
La seconda parte della nostra intervista esclusiva a Maurizio Costanzi, responsabile scouting dell'Atalanta, con le altre due 'lezioni': la tradizione e l'eccellenza. "L'Atalanta è un modello di vita a 360°: costruiamo giocatori ma soprattutto uomini". Le parole di Costanzi ai nostri microfoni

Altre due lezioni, il nostro viaggio non è finito (qui la prima parte). Maurizio Costanzi – responsabile del settore giovanile nerazzurro - fa leva su altri due temi: la tradizione e l’eccellenza.

Lezione n° 3 - La tradizione

“Il senso di appartenenza che dà l’Atalanta sul territorio di Bergamo è unico. Una specie di modello, per il quale noi siamo spesso elogiati e citati come riferimento.Per come arrivano i ragazzi, per come sono educati. L’Atalanta è una scuola di vita e ogni scuola deve lasciare qualcosa agli alunni mettendo a disposizione valori sportivi, morali e educativi”,racconta Costanzi orgoglioso.

Un percorso formativo a 360 gradi: “Nonostante l’esposizione mediatica siamo consapevoli che per qualcuno il sogno si avvera e per altri no. Dobbiamo gestire questo equilibrio nel vivere un’esperienza che dovrà risultare positiva per tutta la vita”. La tradizione di questo settore giovanile “si è sedimentata negli anni caratterizzando l’Atalanta e il territorio bergamasco con un progetto che ha avuto sempre continuità, anche se qualche passaggio a vuoto c’è stato. È normale. L’importante però è stata sempre la continuità”.

Lo dicono i giocatori prodotti. “Negli ultimi anni abbiamo dovuto caratterizzarci ancor più con sforzo e investimenti. Oggi il calcio ha bisogno dei settori giovanili e di produrre calciatori, ma è un grosso problema. Noi siamo fortunati perché la società ci ha messo a disposizione strutture e mezzi alla luce dei buoni risultati degli ultimi anni”.

Tanto che ora il centro Bortolotti è addirittura in ampliamento. “Il settore giovanile dell’Atalanta è articolato: la punta dell’iceberg sono le squadre che fanno campionati nazionali ma è un mondo che parte dall’attività di base fino alla Primavera, contando anche il femminile”.Sono circa 400 gli atleti che vestono questa maglia. “Per non parlare di campi estivi: 3700 iscritti quest’anno”. L’obiettivo è sempre lo stesso: “Portare giocatori in prima squadra. Non ci interessano gli scudetti. Il nostro grande risultato è far sì che i nostri ragazzi arrivino in Serie A”.

Lezione n°4 – L’Eccellenza

Un’Eccellenza con la “E” maiuscola: “Ci fanno tanti i complimenti anche dalle nazionali giovanili perché ci dicono che i nostri ragazzi hanno un loro stile”, continua Costanzi. Nello specifico, ci sono due tipologie di ragazzi in questo settore giovanile: quelli che prevengono dalle vicinanze e vivono ancora con la famiglia e quelli ospitati alla Casa del Giovane.Per quelli che vivono in famiglia c’è la forte somministrazione dei contenuti tecnici in allenamento ma c’è anche un’attenzione molto forte con le famiglie per sensibilizzarle attraverso incontri in cui tocchiamo temi che fanno parte della vita di tutti giorni: social, educazione civica, scuola, rispetto, comportamenti dentro e fuori dal campo. Valori che devono costruire l’uomo e il giocatore”.

Per quanto riguarda i ragazzi in convitto invece: “Vivono lì 24 ore su 24 ed è stato costruito un mondo che possa aiutarli a vivere la distanza, il cambiamento”.Soltanto un giocatore su 20mila arriva in Serie A, è importante preparare i ragazzi ad ogni evenienza. Per questo la Dea ha istituito il ‘Premio Brembo’: uno speciale riconoscimento volto a premiare anche chi eccelle nella disciplina scolastica: “Lo facciamo per gratificare i ragazzi non per il merito sportivo ma per quello scolastico. Questo premio racchiude l’insieme dei valori che vorremmo trasmettere per la formazione di un calciatore. Portare avanti diversi aspetti nella propria crescita è imprescindibile per noi”.

Ma non solo. L’Atalanta infatti, oltre a quella dei ragazzi, si occupa anche di organizzare corsi per allenatori, preparatori atletici e preparatori dei portieri: “Siamo un vero e proprio riferimento culturale – conclude Costanzi- ma non perché siamo depositari di una verità o di una scienza perfetta ma perché siamo convinti che attraverso il confronto e l’esperienza si possa costruire una cultura di basa in Italia per migliorare il prodotto”.

Le lezioni agli ordini del “prof” Costanzi si concludono qui, ma non il nostro viaggio. La prossima – ed ultima - parte riguarderà nello specifico la super Primavera dell’Atalanta, inesauribile fabbrica di talento, che ci verrà raccontata da tre protagonisti d’eccezione di questa splendida realtà.



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