Intervistato dal Times il centrocampista italiano dell'Arsenal Jorginho ha parlato della sua vita, dall'importanza degli investimenti fino al rapporto con la famiglia.
Le parole di Jorginho
Nel mondo del calcio moltissimi giocatori una volta finita la propria carriera vanno in bancarotta. Jorginho al contrario è molto attento al fattore economico tanto da aiutare i suoi compagni di squadra più giovani: "A volte vedo una macchina una settimana e, il mese prossimo, un’altra macchina. Quindi mi dico “andiamo”. Ho bisogno di parlare con il ragazzo. Troppi orologi, troppe macchine. E diamanti. E vestiti. E marchi. E jet privati. E io gli dico “è un po’ troppo, non è vero?”. Il calcio quanto dura? Dieci, quindici anni? Poi di solito, sfortunatamente, è difficile per noi avere un’altra carriera. Se non investi bene, non avrai lo stesso stile di vita. Compra una casa, investi. Devi mettere i soldi nel posto giusto".
Una mentalità che deriva dalle sue origini umili: "Quando avevo quasi 30 anni ho comprato una Ferrari. Ho pensato che fosse il momento perché avevo investito e pensato al futuro. Quando mia madre è venuta a trovarmi e l’ho portata a fare un giro ha iniziato a piangere e questo mi ha fatto emozionare perché mia madre lavorava molto quando ero giovane. Quando mia madre e mio padre hanno divorziato, è stata una situazione difficile".
Jorginho è arrivato in Italia con altri 4 ragazzi brasiliani, che però non ce l'hanno fatta: "Penso molto dipenda dalla testa. Ho giocato con tanti ragazzi di talento, più talentuosi di me. Ma penso di essere stato più ostinato di loro. Giocavano a calcio meglio di me, credetemi. Ma quando sono arrivati i tempi difficili, hanno rinunciato". Sul futuro ha aggiunto: "Voglio giocare finchè posso, al massimo livello fino alla fine".
Chiosa finale su due Kante e Saka: "Kante come tutti sanno è molto tirchio. Lo amo. Potrebbe uccidermi. Saka? Il rigore sbagliato in finale di Euro2020 è un ricordo molto doloroso. Sono felice che ora sia tornato a segnare. Ma sono felice che non abbia segnato quel gol. Scusa, B! Ti voglio bene".