"Niente di personale. Londra è rossa". Così ha scritto Gabriel sui suoi social dopo il gol decisivo nel derby contro il Chelsea. Si preannunciava uno dei derby di Londra più infiammati, con il fattore Aubamayeang che aveva influito non poco. L’attaccante ex Arsenal, ora al Chelsea, aveva usato quelle stesse parole nello spot della Premier League per la partita, cambiando "rossa" con "blu" facendo scatenare i tifosi Gunners. Ma alla fine Londra è tornata ad essere rossa.
Da San Paolo con furore
In un pomeriggio Gabriel è diventato ancora di più l’idolo dei Gunners. Arrivato dal Lille nel 2020 per 26 milioni di euro, ha da subito conquistato la fiducia dei tifosi. Giudicato come uno dei pochi che giocava bene nonostante il momento pessimo della squadra. Però sembra che ciò non bastasse. Infatti nell'ultima estate è stato vicino a lasciare l’Arsenal, direzione Juve. Poi i bianconeri hanno optato per Bremer, e Gabriel è rimasto in Inghilterra. Per la fortuna della sponda rossa di Londra.
Quando si parla di brasiliani in Inghilterra, il pericolo adattamento è dietro l’angolo. Specialmente se cresci come Gabriel a San Paolo, il cuore della brasilianità. Dà i primi calci a Pirituba, un distretto nel nord est della città dove abita con la famiglia. Quella zona un tempo era tra le più importanti esportatrici di caffè e in campo Gabriel si dimostra fin da piccolo amaro per gli avversari. Nasce attaccante, ma non gli piacciono le skills. Sembra un brasiliano atipico. Un brasiliano calciatore però, meglio specificarlo. Anche perché nella sua zona è nata una delle prime squadre di rugby del Brasile. Mentre oggi c’è uno dei più grandi campi di baseball del Paese. Allontanarsi dal calcio era facile.
Il provino a 400km da casa e Galtier: la crescita di Gabriel
Ma i suoi vicini convincono il papà a portarlo a fare un provino, a 400 km da casa. Passa due settimane in una scuola calcio, poi entra nel settore giovanile dell’Avai. Ma la saudade si fa sentire, anche se non si lascia il Brasile. Il padre lo convince a rimanere e a credere nel suo sogno. La svolta arriva quando il suo allenatore da attaccante lo fa diventare un terzino sinistro, e poi difensore centrale. Trovata la sua posizione perfetta, a 19 anni esordisce in prima squadra. E dopo neanche un anno, arriva l’Europa con il Lille.
Non trova spazio in Francia, perciò lo mandano in prestito nella stagione 2017/2018. La prima parte la passa al Troyes, dove però non riesce a imporsi. Poi alla Dinamo Zagabria. In Croazia ritrova fiducia e minutaggio. Qui nasce il Gabriel europeo. Tornato al Lille, diventa fondamentale per Galtier. Insieme ai vari Maignan, Osimhen e Celik aiuta a costruire la squadra perfetta che nella stagione 2020/2021 vince la Ligue 1.
London calling
Ma lui è già a Londra. La prima parte di stagione è titolare inamovibile. A dicembre però risulta positivo al Coronavirus. E da lì in poi non sembra il Gabriel di prima. Non ha più quella lucidità che lo aveva contraddistinto. La stagione successiva inizia con un infortunio al ginocchio. Riesce però a tornare al meglio e risultare decisivo per la buona stagione dell’Arsenal. Segna anche 5 gol.
Quell'istinto da attaccante che aveva da bambino non l’ha mai perso e ora sta tornando utile ad Arteta per la corsa al titolo. Il gol contro il Chelsea è fondamentale, per la gloria del derby e per il risultato (e anche per Aubameyang...). La saudade del piccolo Gabriel non c’è più. Nonostante nel dicembre del 2021 abbia dovuto affrontare dei ladri, che ha fatto scappare a mani nude. Vuole restare a Londra, dove ha fatto nascere anche la sua prima figlia nell’aprile scorso. "Sonhador", sognatore: così ha scritto nella bio di Instagram. Ora non resta che realizzare questi sogni.