Sei mesi fa giocava nella seconda divisione costaricense e a settembre ha esordito in nazionale. Ad Anthony Hernandez sono bastati 100 minuti in tre amichevoli per segnare un gol e convincere il Profe Suarez a portarlo in Qatar.
L’attaccante classe 2001 ha debuttato ad agosto in Primera Division dopo la promozione conquistata con la maglia del Puntarenas, con il quale ha segnato una rete in 14 presenze. Esterno o prima punta, Hernandez è cresciuto nel Barrio 20 de noviembre a Chacarita, vicino al Barrio Fray Casiano, uno dei più prolifici in quanto a sfornare talenti, ma anche famoso per la delinquenza. Per sicurezza, Anthony usciva a giocare presto e rientrava prima delle 18, lì ha iniziato a segnare in una porta immaginaria delimitata da due pietre e in un campo di terra con gli amici del quartiere. Sono stati loro ad assegnargli il soprannome che si è portato fino a Doha: Pikachu, perché da bambino aveva i capelli lunghi e biondi, anche se il cartone animato non è che gli piacesse molto.
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Dalle partite sotto casa a quelle nella scuola, per poi passare nel settori giovanile del Carmelita e a 14 anni in quello del Saprissa, che però decise di lasciare perché gli mancava la famiglia e addirittura voleva abbandonare il calcio. A 16 anni poi venne a bussare alla porta il presidente del Puerto Golfito, club di seconda divisione. Un’altra occasione, ma sempre lontano da casa. Una sola presenza e poi è ripartito dal club più vicino: il Puntarenas, anche se per andare al campo doveva farsi 30 minuti a piedi ogni giorno e spesso aiutava a rimettere a posto attrezzature e palloni per ricevere in cambio qualche spicciolo.
Cresciuto con 4 fratelli, figlio di pescatore e di una aiutante di cucina, in passato Anthony passava le notti in barca con il padre. Certe volte tornavano a casa senza niente e non avevano da mangiare. “Non penso alle auto o ai lussi per me stesso, penso solo alla mia famiglia e a lavorare. Sono calmo, mi sento benedetto per tutte le opportunità che ho avuto, sono molto grato al profe Luis Fernando Suárez, ma devo restare umile, non ho vinto nulla. Ho un futuro davanti a me, devo avere i piedi per terra perché le cose che mi aspettano possono essere molto positive", ha detto Anthony in un’intervista a ESPN Costa Rica.
Ragazzo molto religioso, con la chiamata dei Ticos per il Mondiale, Anthony Hernandez ha le idee chiare su come usare il premio che riceverà dalla federazione per partecipare: comprare una casa a sua madre e a sua nonna, che lo hanno sempre sostenuto nel suo percorso. Dalle partite nel barrio ad affrontare Germania, Spagna e Giappone in squadra con Keylor Navas, che non aveva potuto conoscere nelle amichevoli di settembre. Ora Pikachu vuole essere un esempio come lui per i ragazzi di Chacarita.