Dopo aver vinto tutto sul campo, sia da giocatore che da allenatore, Carlo Ancelotti ha raggiunto un altro traguardo. Stavolta non in ambito calcistico, ma accademico: l'ex centrocampista è stato insignito della Laurea Magistrale ad honorem in Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate dall'Università di Parma.
Laurea ad honorem per Ancelotti
Nella mattinata di oggi, mercoledì 11 ottobre, ha avuto luogo la cerimonia di conferimento, trasmessa anche sul canale YouTube dell'Università di Parma. Presenti in prima fila anche Arrigo Sacchi e Ariedo Braida, entrambi legati all'allenatore emiliano. Il primo lo allenò fra il 1987 e il 1991 al Milan, il secondo fu suo compagno di squadra al Parma e lo ritrovò al Milan in veste di direttore generale.
La lectio doctoralis esposta da Ancelotti è intitolata "Il calcio, una scuola di vita". Visibilmente commosso, l'allenatore ha dichiarato: "Ricevo questa laurea e qualcuno dirà che di esami ne ho fatti pochi. In realtà ne ho fatti tanti e ogni tre giorni ne faccio ancora. Esami in cui vengo giudicato, motivo per cui devo prepararmi. Quando mi chiamano dottore mi piace, ai miei giocatori dirò 'potete chiamarmi dottore'".
Queste le parti principali della lectio di Ancelotti: "Lo sport è stato per me una grandissima scuola di vita. Mi ha insegnato a competere e confrontarmi con me stesso per migliorare i miei limiti. La competizione con gli altri non aiuta molto. [...]. La sconfitta, nello sport come nella vita, è contemplata. Il mio carattere mi ha aiutato. Il calcio mi ha insegnato tante cose: la relazione con le altre persone, il rispetto degli altri, il rispetto delle regole, il rispetto per l'autorità (allenatori, dirigenti, presidenti), i tempi, i limiti, saper ascoltare".
Continua l'allenatore: "È impossibile migliorare il talento: o c'è o non c'è. Maradona aveva un grandissimo talento, non potevi insegnargli a dribblare meglio. Potevi insegnargli a gestirlo meglio. Il grande campione riesce a mettere il proprio talento al servizio degli altri".
In chiusura, Ancelotti ha affermato: "La passione non la compri al mercato. L'imprevedibilità di questo sport mi provoca una passione forte. Non ha mai rappresentato un sacrificio né un lavoro. Era così a 15 anni, è così ancora oggi. Se non hai passione non riesci a esprimere il 100%".