Il silenzio delle porte chiuse purtroppo lo conosciamo; la nuova Juventus, invece, la scopriamo. Contro il Novara, Pirlo prova la sua squadra: niente a che vedere rispetto alla partitella in famiglia di domenica scorsa senza molti giocatori. Anche in questo caso, l’avversario è di Serie C, ma si capisce subito che adesso si fa sul serio: fra sette giorni si gioca contro la Sampdoria, e l’allenatore conferma la sua intenzione di ritornare alle origini. Il 3-5-2 non è più un simbolo della Juve di Conte (e Pirlo, ma in campo): è tornato realtà. E con Danilo ancora confermato come terzo dietro, si può capire come la trasformazione sia in atto. Se non già compiuta.
Con la Juve in maglia third (qui le altre), finisce 5-0 contro i piemontesi “della bassa”: il primo è di Ronaldo al 22’ dopo un grande scambio con Kulusevski (triangolo per vie centrali che porta Cr7 davanti al portiere); il secondo di Ramsey al 56’, che dopo aver sbagliato clamorosamente nel primo tempo, non sbaglia quando riceve un cross meraviglioso di esterno sinistro di Douglas Costa. Poi segna Pjaca al 65’, tiro da dentro l’aerea che dimostra grande voglia di farsi notare. È la seconda volta in due settimane. Chiude allo scadere Portanova (doppietta).
Come cambia l’attacco
Era alla Continassa, ma non poteva giocare per un problema muscolare: così Dybala ha visto dalla panchina i compagni giocare. In attesa di capire come impiegare lui (sempre aspettando il centravanti), si nota subito Ronaldo che, lì davanti, si sposta dove preferisce, con Kulusevski che (ben) si adegua. Nella ripresa, giocano Costa e Pjaca: la sensazione è che li vedremo poco insieme in gara ufficiale.
Il regista
Con Ramsey mezzala sinistra, spesso prestato all’attacco, è Rabiot a cominciare da regista nel primo tempo. Di fatto, il 3-5-2 è spesso un 3-4-1-2, con il francese e McKennie a coprire. Poi entra Arthur che ha gli stessi compiti di Rabiot (ma rispetto al compagno, tenta di più i lanci lunghi): al suo fianco, a preoccuparsi più di coprire, è Bentancur. Sia francese, sia brasiliano, si muovono molto e chiamano tanto la palla. Le indicazioni dalla panchina erano precise.
Difesa e terzini
Nel primo tempo, con Danilo, giocano Bonucci al centro e Chiellini (a volte un po’ in affanno, ma sta ritrovando la forma a poco a poco) a sinistra. Poi, Demiral si piazza in mezzo, entra anche Pellegrini che prende il posto sulla fascia di Sandro, con il brasiliano arretrato in sostituzione a Chiellini. L’esperimento dura circa un quarto d’ora, perché poi entrano De Sciglio e Rugani, che si posizionano a destra e sinistra del turco. Niente difesa a quattro nemmeno in questo caso, il modulo è a tre e resta tale.
E Pirlo?
All’allenatore non serve gridare. Ma si fa sentire lo stesso. I consigli ci sono, insieme a quelli di Tudor, che invece la voce la alza parecchio. Ma Pirlo l’aveva detto, gli serviva un vice esperto, ma non - sia chiaro - per una questione di carisma. Quello ad Andrea non manca di certo: in due settimane ha cambiato un modulo su cui si lavora da anni, e ha dato a Ronaldo (davvero) le chiavi dell’attacco. Mica poco.