Un uomo d’altri tempi. Ma come, ‘Marco è un solo un ragazzino?’ Vero, in parte. Ha 22 anni, eppure gioca da gran capitano. Anzi, lo è. Già, tappe bruciate. In campo e nella vita. Concreto e romantico: ‘Voleva un figlio da quando aveva 18 anni’. Parola di Giusy, la moglie. Perché dietro un ottimo calciatore, c’è sempre una grande donna. Famiglia Benassi al rapporto, che trio. Troppo scontate le serate in discoteca, meglio le ‘coccole’ in compagnia di Alessandro: il figlio. E le prodezze in campo. Lo sa bene il Milan: batti e ribatti nell’area rossonera, poi la palla incrocia la via di Marco. Che la butta dentro: tacco di sinistro. Ah, non è il suo piede. Sì, di mezzo c’è il talento. E l’intelligenza, perché uno ‘normale’ avrebbe tirato di piatto.
2-0, Belotti e Benassi: doppia B, doppio Toro. E invece, il Milan rimonta. Maledizione rossonera, contro cui i granata non vincono dal 2001. Ma in futuro ci sarà tempo. Con un Benassi ancora più grande. Anche se Marco mica è piccolo, sia chiaro. 184 cm di cuore e dedizione. Con tanta semplicità: ‘pasta al ragù e cotoletta’, il suo piatto preferito. A centrocampo, invece, sceglie passaggi precisi e tackle duri. E ora limita anche gli eccessi di foga. Vita da … mezzala e papà. ‘Dopo le partite non molla più il piccolo’, già: senso di protezione. In famiglia e in mediana. Con tanta responsabilità: un ‘parolone’, se hai solo 22 anni. Fa niente, fascia al braccio: capitano. Così è deciso, volere di Miha. ‘Difficile essere capitano a 22 anni? Macché: difficile alzarsi alle 6 per andare a lavorare e non arrivare a fine mese. Mica fare il capitano del Toro’. Questione di … privilegi. Proprio come il 2 ottobre, contro la Fiorentina. Moretti e Vives out, veterani cercasi. Niente allarme: c’è Marco. Che subito si lega la fascia al braccio, il sinistro: affare di cuore. Da nomi grossi: Valentino Mazzola, Ferrini e Cesare Martin. E contro la Viola il servizio è al top: stop e tiro al volo. Gol, un vizio stupendo per Marco. Perché uno tira l’altro, dritto in rete anche la settimana dopo. A Palermo, ma sembrava Euro 1988. Sì, alla Van Basten: destro volante a incrociare. ‘Ricordi’.
Anche nerazzurro. Percorso di vita: dal Modena all’Inter. Era l’invero 2011, ‘quando Roberto Samaden - responsabile della cantera nerazzurra - siglò un colpo da maestro'. Questione di fiuto, ‘per quel ragazzo del 1994’. Ed ecco Benassi, portato subito nei campi del ‘Facchetti’. Allievi Nazionali, con la ‘C’ e il gagliardetto in mano. Prima però le ‘battaglie’ con la mamma per giocare a calcio. ‘Perché doveva fare ginnastica artistica’. Intanto Andrea Stramaccioni lo promuove: Primavera e Europa League. ‘Tutto grazie a Strama’. Passando da Livorno, amaranto nel 2013. Poi granata l’anno dopo: Toro. Riscattato alle buste nel 2015 per volere di Ventura. Con la ‘C’ nel proprio destino, anche in azzurro: chiavi in mano dell’Under 21 di Di Biagio. E promesso sposo della nazionale maggiore e della sua Giusy. Sempre al massimo, tutto in una volta. Come la scorsa estate, nel ritiro per l’Europeo: ‘Mister, vado a sposarmi: festeggio e torno’. Ok, ‘ti aspetto e ti porto in Francia’. Fino ad oggi, in granata da tre anni. A volte capitano, ma sempre papà e marito. Già, Marco: ‘un uomo d’altri tempi’.
Edoardo Colombo