Islanda, la favola continua: fermato CR7, col Portogallo è 1-1
Il 10% della popolazione islandese ha seguito la sua nazionale per questa gara d’esordio in Francia. Non un esodo, visti i numeri della popolazione islandese; però ne è valsa la pena, perché “il fuoco bollente ha spento il calore del Portogallo”. Esordio con pareggio in una fase finale di una competizione, Portogallo sedato e un punto che alla luce della vittoria dell’Ungheria contro l’Austria apre interessanti prospettive per il Girone F in ottica qualificazione.
Sigurdsson sfiora addirittura il vantaggio a inizio partita, ma è il Portogallo a passare. Protagonista il calciomercato: Nani (in orbita Inter) prima esalta Halldorsson, il portiere-regista, poi segna su assist di Andre Gomes, obiettivo di mercato di Juventus e Manchester United. Il pallino del gioco è in mano ai portoghesi, che però non cambiano mai: Cristiano Ronaldo in versione falso nueve non è in serata e i portoghesi confermano la loro storica sterilità in fase offensiva.
A inizio ripresa la doccia fredda, anzi gelida, come gli inverni islandesi: impatta Bjarnason, ex Pescara e reduce da una stagione da 13 gol con il Basilea. Il cuore, la grinta e l’orgoglio islandese sono il nucleo di una squadra quadrata, organizzata e dura a morire: la reazione del Portogallo produce un paio di occasioni (su tutte quelle di Nani e Quaresma), più un colpo di testa di Ronaldo. Ma CR7 stasera liscia palloni, non brilla e non sfrutta nemmeno i calci piazzati: che la minaccia della Montagna di Game of Thrones abbia avuto effetto? Si scherza, ma chi non scherza è l’Islanda che sfiora addirittura il vantaggio con Finnbogason: cenerentola sì, ma puntuale all’appuntamento con la storia. Una storia che è stata costruita piano piano, da una nazione in cui il calcio è diventato importante, per chi lo pratica e per le istituzioni: è il campionato più breve del mondo (da maggio a settembre), per via delle rigide temperature invernali e il lungo buio che contraddistingue quella stagione. Adesso però la luce c’è: non solo a Reykjavik, dove adesso sono circa le 21 e dove il sole non tramonterà fino di mezzanotte per poi sorgere nuovamente alle 3, ma anche in campo: non spegnetela, chissà che non possa illuminare una favola che oggi è appena cominciata.