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Il Varese in D grazie a Steve Jobs. Ciavarrella: “In A c’è il Carpi, perché noi no?”. Melosi e Luoni: “Un gruppo incredibile”. Il saluto di Pavoletti: “Felice per gli amici di Varese”

La follia fa parte di alcuni di noi. È una condizione che a volte porta a compiere atti prima inimmaginabili. È il caso del Varese, che quest’estate non esisteva più e domenica ha festeggiato la promozione in Serie D con sei turni di anticipo, dopo una cavalcata trionfale. Una lucida follia, direbbe Erasmo da Rotterdam. Ma il modello a cui si ispira il presidente Gabriele Ciavarrella – uno dei fautori della rinascita del Varese – è un altro: Steve Jobs. “Per tutti gli imprenditori – ci ha raccontato – è una sorta di idolo, mi piace molto e uso spesso le sue frasi anche in azienda, perché nel quotidiano sono molto vere. Siamo stati sia affamati, sia folli, come diceva lui. Il Varese è stato un progetto spregiudicato mantenuto però con i piedi per terra e segnato con i fatti. In questo modo ci siamo catapultati sulla scia del successo, e domenica abbiamo raccolto tutto quello che abbiamo seminato: ho ricevuto milioni di messaggi. Era quello che il pubblico voleva: una follia riuscita”. Fra l’altro, questa con il Varese è la prima avventura calcistica di Ciavarrella, coinvolto in estate dal sindaco Fontana e dall’attuale vicepresidente Galparoli.

Andare in buca al primo colpo è stata una gioia doppia: “Ci pensavo proprio in questi giorni: per me è stata una grande soddisfazione che mi ha anche elevato a livello personale e di autostima. Sono una persona umile, ma vedere un pubblico così e sentire gli abbracci della gente è stato grandioso. Ho preso atto di quanto sono stato folle con Piero Galparoli ed Enzo Rosa a capitanare questa avventura”. Un’avventura che domenica ha toccato il suo picco più alto. In occasione della partita-promozione fra Varese e Vittuone (terminata 5-1 per i biancorossi) c’erano più di 4000 persone: un record per l’Eccellenza. “L’atmosfera – continua Ciavarrella – è pazzesca, se al nostro stadio chiudi gli occhi non si sente che è “solo” Eccellenza. Abbiamo fatto diventare reale una visione: questo è il primo gradino della realizzazione del successo: poche chiacchiere e molti fatti”. E adesso? Ora viene il bello, perché la risalita del Varese è appena iniziata e promette scintille anche per il futuro. “Ora – conclude il presidente – percorreremo gli altri gradini: ci sono imprenditori locali che hanno manifestato un interesse maggiore di una semplice sponsorizzazione. Io sicuramente non andrò via, ma ho bisogno di avere altri compagni d’avventura. Per la Serie D siamo tranquilli, ma dobbiamo pensare anche al futuro. Stare dentro nei costi è l’unico vero modo per andare avanti. Miriamo ad andare in alto: d’altronde il Carpi è in Serie A, perché non può esserci il Varese?”. È una domanda che sta stuzzicando la fantasia di tutti i varesini, fra cui anche il tecnico Giuliano Melosi. Un passato glorioso in Serie A, Melosi è ripartito dall’Eccellenza e dal Varese per firmare questo piccolo grande miracolo. “Era un traguardo che ad inizio anno volevamo raggiungere a tutti i costi, ma non pensavamo di farlo in questo modo e così in fretta. Soprattutto – confessa – pensando che il 4 agosto non c’era praticamente nulla”.

E dal nulla tutto lo staff di Melosi è stato abile a forgiare un gruppo di fuoriclasse per la categoria, capace di vincere ventun partite su ventiquattro, con nessuna sconfitta. E lasciare la seconda a -21, record nei campionati italiani dalla A all’Eccellenza. “Ma a volte il nome non basta, siamo stati bravi a creare un ambiente particolare: merito di tutti, dal primo all’ultimo. I ragazzi nello spogliatoio hanno creato un clima incredibile, e sono amici anche fuori dal campo. Il primo mese che stavamo insieme abbiamo fatto tantissime cene i giovedì sera, e il gruppo si è cementato anche così. L’ambizione c’è ed è di continuare ad andare avanti, e se riesco a farlo col Varese sarà ancora meglio”. Chi vuole andare sempre più in alto con il Varese è anche Francesco Luoni, che in estate ha fatto un triplo carpiato all’indietro per rimanere in biancorosso. Dopo un anno da protagonista in B la scorsa stagione, ha deciso di restare a Varese per vestire la fascia di capitano e aiutare i compagni nella scalata. “Ed è stata la scelta giusta – ci racconta -, ma già dall’inizio sapevo che il progetto di questa società era molto importante. Penso che con entusiasmo torneremo presto dove meritiamo, cioè la serie B. E mi piacerebbe essere capitano a vita di questa squadra”. E da Genova arrivano saluti speciali: quelli di Leonardo Pavoletti, bomber rossoblu diventato grande proprio al Franco Ossola nella stagione 2013-2014 con 24 gol all’attivo. “Sono felice per questa promozione – ci ha detto – ma soprattutto per gli amici di Varese. Che sia una delle tante di questi anni!”. Ed è solo l’inizio…

Luca Mastrorilli