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Il Real corre… italiano! Ecco Antonio Pintus, il preparatore atletico ‘galactico’ con la valigia in mano

Un nuovo acquisto in casa Real! Pogba? No, quello forse più avanti. O forse mai. Lewandowski? No, ci sono già Benzema e Morata. Ok, vi diamo un indizio. È italiano, precisamente di Torino, nonostante un cognome che possa anche suonare strano: Pintus. Anni: 53. Di nome fa Antonio e se aveste aguzzato meglio la vista lo avreste già visto correre in mezzo al gruppone nel primo allenamento delle merengue in tournée a Montreal. Un altro indizio? Chiedete a Danilo e Marcos Llorente che vi raccontano di lui. Ah no, non ne avrebbero il fiato… . Già perché i due giocatori del Real non hanno potuto completare la sessione di corsa continua di 30 minuti del martedì che Pintus pretendeva. “Che hanno? Qualche fastidio…”.

Il Real Madrid 2.0 di Zidane si affida ai metodi (e alla corsa) di… Antonio Pintus, nuovo preparatore atletico dei Blancos campioni d’Europa. Dicono si sia già ambientato bene, che il gruppo lo abbia già accolto alla grande nonostante le sudate, in attesa dell’instancabile Cristiano Ronaldo, il giocatore perfetto. E l’atleta perfetto, forse. Lo verificherà Antonio in persona tra qualche settimana, lui che considera i giocatori anche atleti. E quindi ok, tutto torna. In una vecchia intervista ammise come  viaggiare faccia parte del suo lavoro ma un preparatore atletico con la valigia in mano come lui è difficile trovarne: Chelsea, Udinese, Monaco, West Ham, Marsiglia, ma anche Juventus dal 1996 al 1998 (uno dei suoi pupilli e atleti migliori fu proprio Zizou) e recentemente Palermo e Lione.

Di allenatori ne ha conosciuti: Trapattoni, Marcelo Lippi, Vialli, Spalletti, Zola. Di giocatori (validi) che hanno beneficiato dei suoi metodi ce ne sono stati tanti: il Baggio del Pallone d’Oro annata 1993 forse il suo apice. L’ultima perla si chiama Dybala. Alcuni sono oggi allenatori: Conte, Paulo Sousa, Pecchia, Inzaghi. Se gli doveste chiedere di spiegare il suo metodo di lavoro, Antonio risponderebbe: “Alla europea” scherzando un po’ su quanto sia cittadino del mondo. Ma con le idee belle chiare: lavoro con la palla, corsa, prevenzione. Perché “il talento è la base ma il problema è poi restare lì, al top, per anni”. Sentito, Cristiano? Immaginiamo che tra i due possa solo  scattare un bel colpo di fulmine.