Il mondo capovolto in 8 mesi di Tulimieri: da lavapiatti a MVP di Malta all’Hamrun
“Perché quando ti fanno un brutto fallo tu non ti arrabbi mai?”. Chiede un giornalista maltese a Kevin Tulimieri, giocatore dell’Hamrun Spartans. “Bella domanda. E’ il risultato finale di tutta la m…a che ho mangiato in questi anni, della gente che non crede in me”. La risposta è forte e spiazzerebbe chiunque. Ma quello che viene dopo è ancora più curioso. “Matteo, vuoi che racconti la mia storia?”. Ok. Vediamo come il mondo si possa completamente rovesciare in otto mesi. "Ad agosto arrivo a Malta, senza un lavoro. Per un mese e mezzo faccio di tutto: lavapiatti, cameriere, barista. Guadagno 300 euro in 15 giorni e li investo in due paia di scarpe, da ginnastica e da calcio. Con il rimanente mangio. Poi faccio questo provino di 40 giorni con l’Hamrun allenato da Giovanni Tedesco che alla fine mi prende ma come decimo straniero della rosa. In campo ne possono scendere solo 7, il resto devono essere maltesi. Io mi gioco le mie carte”.
All-in vincente di Kevin. “L’altro giorno ho ricevuto un invito scritto dalla UEFA come candidato al miglior giocatore del campionato. Devo presentarmi in smoking e francamente me lo devo comprare perché non ce l'ho!”. Riavvolgiamo il nastro e spieghiamo questi 8 mesi con alcuni dati alla mano: 16 partite in stagione, 6 gol (+1 in coppa) e 3 assist, tutto da centrocampista. A gennaio il club gli ha fatto perfino voluto rinnovare e adeguare il contratto perché stavano arrivando le prime offerte di mercato. “Pensa che ho sempre giocato come esterno d’attacco e oggi sono mezz’ala grazie a Tedesco che dopo 10 giorni di ritiro mi ha cambiato il ruolo. Io non ho mai saputo difendere, eppure”. Decisiva è la fame. E Kevin ne ha tantissima. Adesso difende, corre e la butta dentro come un ‘9’ d’area di rigore: ha segnato sia contro la prima sia contro la seconda in classifica, in entrambi i casi è stato eletto come migliore in campo. Il modello: Gattuso. “Non credere che io sia un grande calciatore, non è così. Lavoro tantissimo tutti i giorni. Continuo ad avere dubbi sul fatto che io sia portato per questo sport, direi che me la cavo e basta. Ho solo più voglia degli altri. Più cuore. Un po’ come Rino. A 26 anni ho la possibilità di qualificarmi e giocare l’Europa League e fino a un anno fa, dopo l’esperienza in D con il Molfetta, non mi voleva nessuno, non mi cercava nessuno. Nonostante 23 partite e 11 gol. Nonostante sia stato l’unico giocatore in Italia a fare due gol al Taranto sia all’andata sia al ritorno”.
Il retroscena è che già nel 2016 – quando è terminato il contratto con il Potenza – Kevin avrebbe voluto mollare tutto e andare all’estero a fare il cameriere. “Mestiere tutt’altro che semplice tra l’altro! Per farlo serve l’arte, e io non l’ho mai avuta”. Ragazzo semplice, schietto e diretto che sta sognando ad occhi aperti. Prima monitorava ‘TuttoCalciatori.net' adesso legge il valore del suo cartellino su ‘Transfermarkt’. Prospettive. Kevin tocca anche il tasto famiglia. “Non ho mai avuto il loro supporto. Mio papà è all’antica e non sa cosa sia un allenamento. Ma è giusto così. E’ il ragazzo che deve conquistarsi il privilegio di giocare a pallone. Io adesso sto bene, ho uno stipendio, una macchina, mi alleno 7 su 7 e curo ogni dettaglio, anche l’alimentazione. Il mio obiettivo è la Nazionale, sarebbe qualcosa di favoloso indossare quella maglia”. E nulla è impossibile nella vita, Kevin ne è la dimostrazione.