‘Il Gladiatore’ passa anche da Firenze, ci pensa Babacar: tra gol, hip-hop e ‘La ricerca della felicità’ in Viola
Bisogna coccolarlo, Khouma. Perché se si sente davvero amato, allora non deluderà. Il segreto, però, è farlo divertire. Sì, libertà. È questa la parola preferita di Babacar. Un giocatore anarchico, all’apparenza. Ma poi, osservandolo, ecco cosa viene in mente: “Dal punto di vista calcistico, Baba ha prospettive illimitate”. Pensiero e musica di Cesare Prandelli, l’allenatore che lo fece esordire tra i professionisti. Ovviamente con addosso la maglia Viola. Già, Firenze: una casa, più che una semplice città. E oggi la Fiorentina riassapora tutta le genuinità di quel ragazzo dal sorriso spontaneo. Ah, grazie a lui esulta. Poi vince, soprattutto.
Baba gol. Una sentenza. Contro il Bologna il risultato è bloccato. Kalinic attacca gli spazi senza successo, non incide. E allora Sousa non ci pensa su: fuori. Dentro lui, Billy (soprannome ideato ai tempi di Modena). Scelta giusta? No, di più: scacco matto. Passano 5 minuti e il Franchi ‘viene giù’. Cross teso di Milic e stacco di Babacar: Maietta al bar e la palla in gol. Gioia prima e sincerità poi: “Sono arrabbiato con me stesso, vorrei giocare di più”.
La voglia di spaccare il mondo è infinita. Babacar, Babagol e molto altro. Da sempre col pallone tra… le mani. Schiacciate, tiri da tre punti e stoppate. Perché il basket è stato il primo amore di Khouma. Che da piccolo si trasferì da Thiès a Dakar, dove suo padre faceva il dirigente in una ditta di cemento. Non solo, il babbo aveva anche una scuola calcio: impossibile astenersi. Dalle mani ai piedi, per sempre. Dall’Africa alla ‘Ricerca della Felicità’ in Europa. Film preferito e titolo perfetto per raccontare il sogno di Babacar El Hadji Khouma. Passione, libertà e istinto: ovunque. Della serie, “Dicemmo a Babacar di andare a fare l’attaccante, ma lui si mise sulla fascia a metà strada tra difesa e attacco: non aveva mai avuto nozione tattiche”. Parola di Simone Rondanini, il suo scopritore. Un uomo capace di portare Baba dal Senegal a Fuerteventura, crescendolo e cullandolo nella EFU :una scuola di alto rendimento, specializzata nella formazione di giovani calciatori.
Da Balo al Gladiatore
E poi il Viola. Da anarchico a disciplinato, oggi: “Non l’ho mai visto a questo livello. È determinato come non mai”. E se a dirlo è Paulo Sousa, beh: c’è da credergli. Tra anni in Toscana e viaggi tra Spagna e Serie B. Conteso a 16 anni da Pescara e Genoa. E lui cosa scelse? Firenze. In gol a 17 anni in Coppa Italia contro il Chievo. Telefonata di tre ore a papà e giù in lacrime, mentre a casa sua, in Senegal, stavano facendo un party per festeggiare il cucciolo così lontano.Tanta allegria e qualche bravata: ‘beccato’ alla guida di un Porsche Cayenne senza la patente.
Dall’amore per Drogba all’amico Balotelli, “ma io non sono uguale a Mario, eh”. Esatto, Baba è un’altra cosa. Soprattutto perché Khouma ha tanta voglia di riconquistare la sua città, da vero ‘Gladiatore’: un film che si riguarderebbe all’infinto. Magari ballandoci sopra un po’ di Hip-Hop. Cuore, balli, divertimento e tante preghiere: religiosissimo, Billy gol. Moltissimi a Modena nel 2013-14, re della Serie B. Dove al posto delle macchine di lusso preferì usare la bicicletta. E tra una pedalata e l’altra, oggi Baba arriva a quota trenta reti in Serie A (6 quest’anno). “E per il futuro non lo so, vedremo come andrà a finire”. Ma se verrà davvero amato, allora non deluderà.