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“Le caratteristiche dei giocatori prima del modulo”: come giocherà il Bari di Iachini

Terzo allenatore in stagione per i biancorossi

“I moduli li fanno le caratteristiche dei giocatori, servono coraggio e interpretazione dei momenti”. Carta d’identità calcistica che Beppe Iachini porta nel taschino a Bari, quattordicesima tappa in 23 anni di carriera da allenatore, con quattro promozioni dalla B alla A tra Chievo, Brescia, Sampdoria e Palermo – le ultime tre subentrando in panchina a stagione in corso – a impreziosire la bacheca. Ha scelto l’esperto allenatore (60 anni il prossimo 7 maggio) di Ascoli Piceno il direttore sportivo Ciro Polito per cambiare rotta in una squadra capace di ottenere 27 punti nelle prime 23 partite di campionato, a +5 sulla zona playout e -5 dai playoff. 

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Dal calcio pragmatico e verticale di Mignani alla propositività nelle idee di Marino si passa alla concretezza e al passato da vincente di Iachini. Che in Puglia sarà accompagnato dal vice Simone Pavan, dal collaboratore tecnico Vincenzo Mirra e dal preparatore atletico Fabrizio Tafani (sarà addio con Giorgio D’Urbano, suo predecessore a Bari da febbraio del 2021). Contratto fino al 30 giugno del 2025, con una doppia chiave di lettura: il consolidamento della permanenza nella categoria in  tempi brevi e la visione di un campionato di vertice nella prossima stagione.

Come giocherà il Bari di Iachini?

Le esperienze pregresse in panchina dell’ex mediano di Ascoli, Verona e Fiorentina non aiutano a decifrare un solo modulo di riferimento. La difesa a 3 è uno dei pochi dogmi sposati in passato ma Iachini ha anche esplorato il 4-4-2 e al 4-3-1-2, quest’ultimo sistema di gioco usato da Mignani e testato all’avvio della sua esperienza pugliese anche da Marino. Meglio allora affidarsi a possibili capisaldi: i recuperi di capitan Di Cesare in difesa e Maiello a centrocampo (i due sperano in una convocazione tra le sfide al Lecco e alla FeralpiSalò, in programma al San Nicola sabato 10 e sabato 17 febbraio) rimetteranno al centro del progetto tecnico due colonne mentre Vicari è l’altra certezza in difesa così come Brenno è il titolare in porta.  

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credits: Tess Lapedota

Davanti tanto ruoterà intorno a Jeremy Menez, tornato pienamente a disposizione dopo il ko al crociato di agosto e impiegato da titolare per la prima volta venerdì scorso a Palermo. Il 36enne francese potrebbe agire alle spalle di due attaccanti, al fianco di Sibilli (capocannoniere con sette reti) a supporto di un centravanti o addirittura da falso nueve. In caso di difesa a tre, poi, occorrerà individuare il terzo centrale – Matino sarebbe in pole su Pucino e Zuzek – e sarebbe gara a sei per due posti in fascia: Dorval, Ricci e Guiebre sono soluzioni più difensive, Kallon, Achik e Morachioli sarebbero più portati all’attacco. In mezzo al campo reclama poi spazio Lulic, arrivato a gennaio dal Frosinone ma impiegato da Marino quattro volte da subentrante per 75 minuti complessivi.

Equilibrio

Tanti punti interrogativi, che passano per la ricerca dell’equilibrio. Quello che al Bari è mancato soprattutto nelle ultime due partite di campionato, chiuse con cinque gol al passivo e zero punti tra Reggiana e Palermo. Ritrovare praticità, carattere e concretezza, rimettendo le caratteristiche davanti ai numeri. Provando a blindare una difesa che ha preso 20 gol nelle 14 partite della gestione Marino e cercando nuove soluzioni per una squadra a segno 15 volte nello stesso arco temporale. 

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Questa sarà la missione di Iachini. Che anche a Bari, come fatto a Piacenza, Cesena, Vicenza, Verona, Brescia, Genova, Siena, Palermo, Udine, Sassuolo, Empoli, Firenze e Parma allegherà alla lavagnetta dello spogliatoio la regola che guida il suo lavoro, dentro e fuori dal campo: trattare tutti allo stesso modo, che siano campioni o gregari, titolarissimi o riserve. Per rovesciare la classifica, come fatto tante volte in carriera.