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Napoli, Højlund: “Quando uno come Conte ti chiama devi solo dire sì”

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Rasmus Højlund, giocatore Napoli

Le dichiarazioni dell’attaccante danese del Napoli Rasmus Højlund ai microfoni di Sports Illustrated tra retroscena di mercato e tanto altro.

Rasmus Højlund è l’uomo del momento in casa Napoli. Due gol a Cremona a rendere vittorioso il ritorno in Serie A del Napoli. Mesi in cui tutto è accaduto molto velocemente per lui, dall’addio al Manchester United all’approdo a Napoli. Prova lui stesso a trovare le parole per descriverlo, in un’intervista a Sports Illustrated.

Il danese esordisce spiegando il suo stato d’animo: “Sono veramente felice qui, me la sto godendo tutta. Non voglio essere troppo espansivo, anche perché sono ancora piuttosto giovane e a volte posso essere un po’ impertinente”.

Sull’addio in estate ai Red Devils e la chiamata del Napoli:Il Manchester United mi aveva fatto sapere che non ero nei piani della stagione, per me e per il Napoli è stata una opportunità: ho voluto l’azzurro subito, ho parlato con Manna e poi con Conte, ho capito il senso di questa sfida per me”.

Proprio sull‘allenatore del Napoli svela: “La prima chiamata con Conte è stata breve ma molto chiara. Entrambi sapevamo che fosse un passo giusto per me. Quando un allenatore come lui ti chiama, devi dire solo sì. Per l’età che ho, ho già giocato tanto, non credo di essere ancora un calciatore esperto ma, di certo, ho già molte partite alle spalle”.

Napoli, Antonio Conte (imago)
Napoli, Antonio Conte (imago)

Højlund: “A casa ho una maglia di Lukaku”

Højlund prosegue:“Mi sento già diverso rispetto al me vent’enne arrivato a Manchester. Sono più concentrato sul cammino da fare. Se oggi sbaglio una partita provo a mettermela alle spalle immediatamente, per ripartire: è successo con il rigore sbagliato contro il Qarabag, mi ha devastato, ma ho provato comunque a dare il mio contributo, a fare un assist ai compagni. E lo faccio anche quando segno un gol, per ripartire subito. I compagni di squadra mi possono tutti insegnare tanto. A casa ho una maglia di Lukaku oggi, perché ho sempre amato questa squadra e l’ho sempre preso un po’ a modello nella mia carriera. Ovviamente io voglio giocare, ma voglio anche imparare da lui”.

Sul paragone con l’attaccante belga: “Siamo in momenti diversi della carriera. Io ho ancora molto da imparare, lui è più esperto. Io sono giovane e ho bisogno di giocare, e questa era una grande opportunità per me. Mi piace tenere l’asticella alta. Se ti accontenti, rischi di rilassarti. Io cerco sempre di migliorarmi: nei gol, nel gioco, nella crescita personale. Persino nell’imparare l’italiano. Inserirsi in una nuova cultura è fondamentale, soprattutto qui in Italia, dove la lingua è importantissima. Ora capisco praticamente tutto, anche se parlare in dialetto napoletano è un’altra cosa!”