Marcus Thuram: il figlio d’arte che castiga il PSG e punta alla Juve
“Se non facessi di cognome Thuram, probabilmente non saresti nemmeno un professionista”. In Francia, c’è chi è convinto che sia andata così. È il terzo minuto di recupero di PSG-Guingamp, il risultato è fermo sull’1-1 e agli ospiti viene assegnato il terzo calcio di rigore a favore del match. Quello prima, all’83’, l’aveva segnato N’Gabkto, pareggiando i conti dopo l’1-0 di Neymar. Quello prima ancora, sullo 0-0, l’aveva sbagliato Marcus Thuram, il figlio dell’ex difensore Lilian.
Dicevamo: novantatreesimo minuto di gioco. Marcus Thuram conquista un calcio di rigore, decisivo per i suoi. Se la palla va in rete, il Guingamp batte il PSG e lo elimina dalla Coppa. Thuram, ancora scosso per l’errore precedente dal dischetto, non ne vuole sapere di tirare. Poco dopo però si lascia andare, si convince a provarci e fa gol: PSG-Guingamp finisce 1-2, il gol decisivo è proprio il suo. “Inizialmente non volevo tirare, poi si è avvicinato Neymar a confortarmi – racconta Marcus nel post-partita -. Mi ha detto che secondo lui sono un buon giocatore, e che per fare il salto di qualità avrei dovuto farmi carico di grosse responsabilità, a partire da quel calcio di rigore. Mi ha dato tanta fiducia”.
E Areola, invece? Sembrerebbe aver provato a intimorire Thuram dandogli del “raccomandato”. Ci fosse stato in porta Buffon – relegato ieri in panchina -sarebbe andata certamente in un altro modo. Proprio qualche giorno fa, d’altronde, Gigi ha scherzato su quanto gli sembri strano affrontare i figli di ex compagni di squadra: prima Federico Chiesa, figlio di Enrico, ora Thuram dopo gli anni tra Parma e Juve con Lilian. Già in estate, l’ex capitano della Nazionale aveva incrociato Marcus, alla seconda giornata di campionato. A fine partita si scambiarono pure la maglia, immortalati dai fotografi in un’immagine che ha fatto presto il giro del web.
Fatto sta che, ieri sera, in porta non c’era Buffon ma il
collega francese, e che un battibecco con Marcus effettivamente c’è stato.
Thuram, però, ha raccontato di non aver sentito nulla: “Il portiere avversario non mi
ha disturbato, ero concentrato sul mio calcio di rigore. Non so che mi abbia
detto, non ho capito. E poi gli avevo già segnato lo scorso anno, sono
abituato a fargli gol…”, punge Thuram.
In effetti, proprio lo scorso anno, Thuram ha messo a segno contro il PSG il terzo gol in Ligue 1 della sua breve carriera. Il primo, senza ombra di dubbio, in uno di quegli stadi che chi vuole fare il calciatore sogna sin da bambino: il Parco dei Principi di Parigi. Era il 24 gennaio 2018, quella volta la spuntarono Thiago Silva e compagni. Finí 4-2 per il Paris, Marcus era alle prime esperienze nel ruolo di centravanti.
Classe 1997, nato quando papà Lilian faceva coppia con Cannavaro al Parma, Marcus infatti ha cominciato a giocare a calcio come esterno di centrocampo. Dopo un periodo nel settore giovanile del Barcellona, per evitare l’attenzione dei media e troppe pressioni sul figlio, Lilian ha voluto che Marcus si trasferisse al Sochaux, dove ha fatto la trafila di giovanili per poi esordire in prima squadra nel 2015. Nell’estate 2017, dopo una buona annata in Ligue 2, il passaggio al Guingamp e il cambio di ruolo, voluto dall’allenatore Kombouarè: “Altro che esterno, te devi fare il centravanti!”.
Il collaudo del nuovo bomber è durato un anno, con Thuram jr che ha chiuso la passata stagione con un attivo di 4 gol e 3 assist. Quest’anno, nonostante l’ultimo posto in classifica dei suoi, sono già 7 le reti segnate in appena 14 gare giocate: uno ogni due presenze. Niente male.
Thuram (Lilian) osserva, Marcus cresce sempre di più: “Se ho già sentito papà dopo il rigore segnato? Non ancora, ma tanto so già cosa mi dirà”, ha scherzato Marcus, convocabile nella nazionale italiana, dopo il match di ieri. Qualche anno fa dichiaró che vestire le maglie di Barcellona o Juve non gli dispiacerebbe, questo può essere l’anno buono per provare a guadagnarsi il salto di qualità. Suo fratello Khèphren, classe 2001, ha già collezionato nel frattempo due presenze in Champions League con il Monaco – allenato da Henry, pure lui ex compagno del padre – totalizzando 48 minuti nelle competizione europee prima ancora di trovare l’esordio in campionato.
Attaccante Marcus, centrocampista… alla Vieira – “papà me ne
parla sempre…” – il fratello. La dinastia Thuram si fa, a
poco a poco, spazio tra i grandi. Con l’obiettivo di diventarlo pure loro, nel
segno di papà Lilian.