Un caffè (italiano) con Grifo: “Sogno un’altra chiamata di Mancini”
La nostra intervista a Vincenzo Grifo: “A Friburgo sto bene, Ma vivere in Italia è un’altra cosa…”
I sorteggi degli ottavi di Europa League hanno messo di fronte la Juventus e il Friburgo. Vincenzo Grifo tornerà quindi in Italia da avversario. L’azzurro è il giocatore italiano che ha segnato più gol in Bundesliga e uno dei giocatori chiave della squadra tedesca. In vista della doppia sfida contro la Juve, riproponiamo una sua intervista di marzo 2022 ai microfoni di Gianlucadimarzio.com.
L’appuntamento è per le 14, il caffè è quasi pronto: “Stavo giusto per prepararlo. Sai, lo compro in Italia, il sapore è quello di casa”. Vincenzo Grifo parla un italiano quasi perfetto, magari qualche termine viene ripetuto, ma non c’e traccia di tedesco. Nemmeno quella piccola flessione teutonica che ti aspetteresti da chi è nato quasi 29 anni fa in Germania.
E dove vive ancora oggi, precisamente a Friburgo: qui sta disputando la stagione potenzialmente migliore della sua carriera, con quel sogno azzurro da inseguire ancora. “Stiamo facendo molto bene”, ci racconta in esclusiva.
“Nazionale, sarebbe bello. Sarò sempre grato a Mancini”
“Abbiamo grande qualità, magari senza troppe individualità come Bayern o Borussia, ma siamo uniti, giochiamo davvero da squadra”. 51 punti, il Friburgo è quinto in classifica, mai ha raggiunto questa posizione a fine stagione, al massimo quinto nove anni fa. Contro il Lipsia, uno scontro diretto per l’Europa, finito 1-1. “Peccato, abbiamo subìto gol all’ultimo minuto”. Ma non si rammarica più di tanto, alla fine può andare bene così.
“Anche a livello personale sono soddisfatto: lo scorso anno ho realizzato 9 gol e 10 assist tra campionato e coppa”. Adesso è già a 8 (reti) e 9 (passaggi decisivi), con ancora tante partite da giocare. “Ma questi numeri li guardo poco: è ovvio che siano importanti, ma devono essere funzionali alla squadra. Di sicuro sto facendo bene, mi sento in forma e ho giocato tanto. E quando uno ha ritmo, ha anche fiducia”.
Mica lo dice a caso. Sa che Mancini potrebbe voler contare anche su di lui in futuro: “Sarebbe bello, e bisogna crederci sempre. A volte io e il CT ci sentiamo: gli sarò sempre grato per avermi dato la possibilità di avere spazio con la maglia dell’Italia, la mia Nazionale. Ho esordito con la maglia numero 10 nel 2018, un ricordo indelebile”.
Era il 20 novembre, un tempo contro gli Stati Uniti. “Merito anche di Evani, che mi ha avuto in Under 20”, precisa. “Alla fine” aggiunge, “mi sento di aver fatto parte del gruppo che ha vinto gli Europei”. Ed è giusto così, perché Grifo è rimasto in squadra fino al pre ritiro in Sardegna, proprio dove si cementavano rapporti e sentimenti, con le famiglie persino al seguito. Poi, quando la lista è diventata definitiva “ho tifato per Gigio e i miei amici da lontano, ma mi sono sentito sempre con loro“, soffrendo ed esultando da Lecce, a casa della nonna, davanti alla televisione più azzurra che mai.
“Vedere la gente andare in giro a far festa mi ha riempito d’orgoglio. E mi ha dato lo stimolo per fare la preparazione estiva al 100%, proprio per provare a farmi trovare pronto. La cosa più importante sarà fare bene qui in Bundes, poi vedremo”.
Dell’estate europea, Vincenzo si porterà sempre con sé il ricordo di tanti nuovi compagni conosciuti. “A tavola ero sempre seduto al fianco di Donnarumma. In camera con Tonali. Poi c’erano Bonucci, Chiellini, Jorginho. E Verratti, secondo me il più forte di tutti. Che il gruppo avesse grandi qualità era evidente, ma eravamo davvero tutti amici, questo il segreto: penso a Insigne e Immobile, anzi Lorenzo e Ciro, napoletani proprio come mia nonna. Sono loro che mi hanno fatto sentire subito come a casa”, sembra quasi un gol.
Tra presente e futuro, Grifo racconta anche il suo calciomercato. “Forse, vivere sempre in Germania mi ha un po’ allontanato dall’Azzurro. Almeno all’inizio. Con qualche squadra italiana ci sono stati dei contatti in passato, è vero, già ai tempi dell’Hoffenheim”. La scorsa estate, infine, il tentativo della Sampdoria, raccontato anche su questo sito e la sera in trasmissione. “È vero, erano interessati”, ci conferma. “Ma poi non ci sono stati sviluppi decisivi. E a Friburgo sto benissimo”, tiene a precisare. Senza ipocrisie.
Piazza rara, Friburgo. L’allenatore, Streich, siede sulla stessa panchina da undici anni. Un modello quasi unico: “Non è un caso che si faccia bene. Ci carica sempre molto, ha le idee chiarissime, stagione dopo stagione. Ci fa lavorare tantissimo, ci spinge a essere sempre al 100%. È importante”. In Italia, con il tedesco Blessin, ci sta provando il Genoa: ci riuscirà? “Conosco bene Spors come direttore sportivo e ho giocato con Amiri, entrambi fondamentali all’Hoffenheim. Di sicuro, porteranno un po’ di questa mentalità in Italia”.
“Vivere in Italia è un’altra cosa. Baggio il mio idolo”
Che gli manca. Tanto. “Ho amici tedeschi e italiani, sia chiaro. Ma vivere in Italia è un’altra cosa. Basti pensare alle cene fuori: in Germania si esce alle 19. Quando sono in Puglia, Sicilia o Sardegna non si va mai prima delle 21. È un altro mondo, è il posto più bello del mondo”, ammette. Perché Vincenzo è nato in Germania sì, ma non ha mai dimenticato le sue origini.
“Da piccolo ero un tifoso dell’Inter, il mio idolo Baggio: mi sono comprato subito una sua maglia. Ne ho collezionate tante in questi anni. Ma ora tifo solo per…mia figlia”, confessa con gli occhi a forma di cuoricini. E per la Serie A, c’è affetto o distacco? “Vedo sempre le partite, soprattutto dove ci sono i ragazzi della Nazionale. Milan e Napoli si giocano lo scudetto con l’Inter, ma io continuo a pensare che alla fine possa farcela anche la Juventus: ha qualità e mentalità giuste per poter provare l’impresa”. Tra i bianconeri, gioca Chiesa: “Uno dei migliori talenti italiani. Come Zaniolo”. Stessi ruoli di Grifo: “Ma sarei solo contento se facessero bene in Nazionale”. Niente rivalità, solo senso di appartenenza.
Sentirsi italiani all’estero è anche questo. Un po’ come bere un caffè espresso dopo pranzo. Magari non congelato dopo venti minuti al telefono. “Tranquillo Gianluca, alla fine non l’ho fatto più. Me lo preparo adesso, sperando di fartelo assaggiare presto. Fidati, è buono come da voi. Anzi, da noi!“. L’invito è ufficiale e sarà un piacere gustarlo. In sottofondo – magari non è solo un’impressione – sembra di sentire l’inno di Mameli, cantato a squarciagola, testa alta e petto in fuori. C’è un italiano di e in Germania, che sta già facendo le prove: vero, Vincenzo Grifo?