Gourcuff, il golf e l’addio al calcio solo sfiorato. Roma, ecco Clement Grenier
Gemello diverso di Gourcuff, enfant prodige con alti e bassi. La rivalità con Pjanic, l’ammirazione di Juninho. La voglia di smettere e, adesso, quella di ripartire. Mettiamo anche una passione per il ‘green’ che nel tempo libero lo porta a voler andare in buca e non in gol e il quadro è completi. Clement Grenier lascia il suo Lione e diventa il primo rinforzo ‘invernale’ della Roma di Luciano Spalletti (in giallorosso in prestito con diritto di riscatto a 3,5 milioni). ‘Suo’, perché in quel club ci è cresciuto: preso a 11 anni dopo un provino poi a 17 il primo contratto da professionista. Il tipico inizio di una carriera da futuro one man club. E invece no, anzi per lui non è stato facile, l’ha ammesso. Niente favoritismi o corsie preferenziali. La maglia da titolare si conquista sul campo non con gli anni trascorsi nel club. “Mi sono formato qui ma mi hanno messo i bastoni tra le ruote”, aveva confessato a France Football. E chissà se quello sfogo i tifosi del Lione l’hanno mai digerito. Problemi di atteggiamento. Anche in campo. Perché spesso è stato chiamato a dimostrare e ribadire il suo valore, le sue qualità. La rivalità non è mai mancata, a partire da quella con l’ex giallorosso Pjanic: “Quando ho firmato da professionista è arrivato Miralem che aveva anche la mia stessa età e ho dovuto tirar fuori la mia forza di carattere per impormi”. Poi il dualismo con Gourcuff: prima idolo, poi rivale e dopo l’altra metà di una coppia che rendeva come (forse) nessuno si aspettava. “Prima c’era concorrenza, poi abbiamo giocato molto bene insieme”. E non capita tutti i giorni di scendere in campo insieme al tuo mito: “Ho appreso il suo stile di gioco e poi però anche gli infortuni…”. Tasto dolente. Tanti, troppi. Dalla pubalgia alla frattura del femore, fino all’ultimo stop – infortunio allo stinco ad inizio stagione – che l’ha tenuto due mesi ai box. Senza dimenticare che sempre per un problema fisico ha dovuto rinunciare anche al Mondiale in Brasile.
Così simile a Gourcuff che in Francia si era scritto anche della possibilità che fossero fratelli. Ma il tempo passa e gli idoli cambiano: “Il mio nuovo modello è Pastore”, dichiarazioni datate novembre 2016. E Juninho? Il maestro delle punizioni, nel 2013, parlò con ammirazione dei colpi di un 22enne Grenier: “Ho visto come calcia, è fantastico. E ha un vantaggio: è più giovane di me”. Adesso di anni ne ha 26 e si è aperto un nuovo capitolo della sua carriera. Titolo? ‘Alla ricerca della fiducia’. O della continuità, dello spazio. L’ultima panchina lo scorso 27 novembre e non scende in campo dal 5 dello stesso mese, quando ha giocato 6 minuti contro il Bastia. Addio annunciato: “Il suo futuro? In sospeso”, aveva detto pochi giorni fa in conferenza Bruno Genesio. Proprio lui, che in passato è stato una figura importante, se non fondamentale, nella carriera di Grenier, perché se non ha smesso col calcio a 17 anni, lo deve proprio all’allenatore del Lione. Prese da parte quel giovane così sconfortato e gli disse che sarebbe stato uno spreco: “E’ lui che mi ha convinto a rimanere nel mondo del calcio”. Un ripensamento perché si sa “ci sono alti e bassi”.
Però la Roma di Spalletti che insegue la Juventus ed è impegnata in Europa League e Coppa Italia ha bisogno di un rinforzo che la possa aiutare a concludere la stagione col sorriso. Centrocampista con grande visione di gioco, Grenier in giallorosso trova un’altra chance e un reparto in cui la concorrenza non manca. Numero 7 sulle spalle, quello lasciato da Iturbe, e cinque mesi per tornare il Grenier migliore. Quello che segna e fa segnare. Magari anche sognare l’anima giallorossa di Roma. Così simile a Gourcuff. Ma magari non (più) negli infortuni.