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Giovinco jr, gol col Tuttocuoio: “Sei mesi d’inferno, poi la chiamata di Lucarelli. Io, Seba, le videocassette dei campioni e i sacrifici di papà”

C’è un Giovinco che segna anche al di qua dell’Oceano, perché non importa andare a Toronto per trovare un ragazzo di Torino col 10 sulle spalle. Un numero, un destino per entrambi: “da sempre, qualcosa vorrà dire”. Ieri sera, finalmente, il gol col Tuttocuoio: 1-0 con l’Ancona, il primo sorriso di Giuseppe dopo “sei mesi di inferno”. Già, perché la vita ed il calcio a volte regalano anche storie difficili, mettono ostacoli e complicano i piani anche di un fratello d’arte come lui: “E’ la giusta ricompensa per il lavoro di questi mesi per cercare di tornare in forma”, racconta Giovinco jr a GianlucaDiMarzio.com. Lui, tre anni più piccolo e tre centimetri più alto di Seba che fa l’italiano in Canada. Il paradiso, il fratello maggiore, lo ha trovato in MLS, la salvezza, Giuseppe, l’ha cercata in Lega Pro: “Lucarelli mi voleva da tre anni, non c’è stata purtroppo mai l’occasione di andare con lui. Ora che ero a casa mi ha chiamato e non ci ho pensato due volte”. Una telefonata ed una domanda: “Te la senti di rimetterti in gioco?”. Eccome se se la sentiva, soprattutto con un allenatore così che gli ha dato “fiducia contro tutto e tutti, mi ha fatto giocate nonostante non stessi bene fisicamente perché sapeva che ne avevo bisogno. E posso solo ringraziarlo”.

Sei mesi d’inferno sì, dopo quella rescissione col Savona a mercato ormai chiuso: “Tra Pisa e la Liguria è stato un anno e mezzo molto pesante, se la sono presi con me per non prendersi le proprie responsabilità. Volevano che mi dimezzassi lo stipendio per continuare a giocare… non ci sono stato”. E così ha preferito stringere i denti “ed allenarsi da solo con un amico preparatore atletico”. Guardare sempre avanti, non è un caso che gli ultimi due dei tanti tatuaggi che ha sulla pelle sono proprio “un occhio ed il simbolo del forward sul videoregistratore”. Quel videoregistratore dove da piccolo, col fratello Sebastian, ha guardato centinaia di videocassette: niente Disney, solo tanto calcio. “Gol e gol dei grandi campioni, ci incantavamo davanti alla tv: Maradona, Zola, Baggio, Van Basten…”. E poi? Partitelle in casa, per la gioia di mamma a cui “rompevamo tutti i soprammobili col pallone”. Avversari da sempre, mai compagni: neppure quando il calcio è diventato una cosa seria ed ha chiamato la Juventus: “Ci siamo allenati contro qualche volta alla Juve, mai in squadra insieme però”. L’affetto però c’è eccome, quell’amore fra fratelli che neppure la distanza (e strade diverse) può azzerare: “Mi ha scritto ieri dopo il gol. ‘Complimenti, era l’ora’ il suo messaggio. Nonostante lui da piccolo non mi volesse tra i piedi perché ero il fratello minore… abbiamo un bel rapporto, perché comunque quando cresci nella stessa camera è inevitabile”. Poster? Tanti. Su tutti Ronaldo e Baggio, “i miei idoli”. Anche se… “quanto mi piaceva Miccoli!”, racconta Giuseppe. Nessun rimpianto, perché “non voglio rinnegare le scelte che ho fatto: in passato non è servito, ora voglio solo pensare e parlare del futuro”. Futuro che potrebbe dire Europeo per Seba e salvezza col Tuttocuoio per lui. Scegliere? Difficile, però questa volta “penso a me stesso, tanto lui all’Europeo ci va comunque…”, scommette. Per la felicità dei genitori che da sempre li hanno aiutati, “nonostante le difficoltà sono sempre stati presenti rinunciando a loro per dare a noi”. Come quando papà Giovinco, l’unico col lavoro in famiglia, usava i soldi guadagnati in fabbrica per “aggiustare la macchina e poterci portare agli allenamenti, possiamo solo ringraziarli per quello che hanno fatto per noi”.

Fuori dal campo? Vita semplice: famiglia, amici, ragazza. Con lei, Giuseppe, prova pure a fare il ballerino, “qualche lezione grazie ad un nostro amico, ci facciamo insegnare qualcosa”. Latino-americano, baciata, salsa: la musica che non ti aspetti e che fa danzare Giovinco jr. In cerca del prossimo tatuaggio e del prossimo viaggio a Toronto, dove è già stato tre volte per trovare Seba. Il sogno? “Rimettermi in gioco e continuare così, far vedere che sono capace e tornare ad alti livelli”. Un american dream, anche a Ponte a Egola. Provincia di Pisa: è qui, l’America, per Giuseppe Giovinco.