“Giovani italiani, ma non solo…” Il Piacenza raccontato dal DG Scianò
L’oggi è importante, ovviamente, ma non quanto il domani. E’ la regola del Piacenza Calcio, è l’idea di Marco Scianò, direttore generale della squadra emiliana che giorno dopo giorno vuole costruire, o meglio ricostruire, una società dalle sue fondamenta. I giovani, eh già, proprio loro. Spesso se ne parla, così, tanto per pulirsi la bocca con nomi e idee che poi non hanno seguito.
Non in questo caso, non nel caso di Scianò che si racconta a GianlucaDiMarzio.com: “Puntiamo moltissimo al settore giovanile, lavoriamo ad un centro sportivo per i più piccoli, per la attività di base, ma la burocrazia in Italia è complicata da gestire. Noi poi abbiamo un bacino abbastanza piccolo, per questo vogliamo espanderci in altre province, come quella di Lodi, Pavia e Parma. A Milano abbiamo un progetto molto forte con Corsico e il Club Milano, società affiliate al Piacenza”. Giovanì sì, ma anche attualità: “Sabato dobbiamo vincere, veniamo da una bella partita, molto combattuta (Livorno-Piacenza 2-2 ndr.), abbiamo mostrato di essere una squadra viva con qualità. Ora tocca trovare continuità, ci manca quello. La classifica è molto corta, ed è un bene e un male allo stesso tempo. Ci da tanti stimoli, nel girone di ritorno possiamo migliorare tanto”.
Mercato sì, ma non troppo: “Vogliamo perfezionare la rosa, dobbiamo fare qualcosa in attacco e a centrocampo, non sarà uno stravolgimento. E comunque ogni acquisto sarà in logica futura, non solo per i prossimi sei mesi. Partnership con altre squadre? Non siamo figli di nessuno, non vogliamo dipendere da altri. Vediamo i giocatori per quello che sono, per il loro valore, non per la società di provenienza”.
Giocatori che poi vengono plasmati e allenati giorno dopo giorno da Arnaldo Franzini. “E’ lui il nostro top player, persona fondante del nostro progetto sportivo e umano. Insieme ai presidenti, a Matteassi e a me fa parte del quadrumvirato che porta avanti il progetto Piacenza. E’ al terzo anno con noi, siamo amanti dei rapporti che durano tanto. Per sapersi conoscere, per poter programmare il futuro al meglio. Poi, dopo questo, è davvero una gran bella persona”.
Programmazione, a partire dai giovani. Se sono italiani meglio, ma “non credo sia giusto volere creare delle squadre di soli italiani per volontà. Certo, preferisco un italiano bravo piuttosto che uno straniero altrettanto bravo. Questo è figlio del fatto che se si guarda in casa propria a volte è meglio. Come è stato per Masciangelo, oppure per Di Cecco, due falsi giovani per quello che stanno dimostrando. Io sono per la globalizzazione, impensabile il contrario nel mondo di oggi. Però si puo valorizzare meglio chi si ha in casa, come è stato in passato per Goldaniga e Manaj, solo per citare gli ultimi. Adesso in Primavera ci giocano i 98… ci vuole coraggio e visione”. Coraggio e visione, due cose che non mancano di certo a Scianò e il suo Piacenza.