Argentina Sub-20, Giay: “La pesca mi aiuta a staccare. Mi ispiro ad Hakimi e Cuadrado”
Verso il Sudamericano Sub20: intervista ad Agustin Giay, terzino del San Lorenzo e dell’Argentina Sub20
La prima foto che ha postato su Instagram lo ritrae in barca con un pesce gatto tra le mani. Una passione quella per la pesca che ha da quando era bambino. Proprio come un altro santafesino, Gabriel Omar Batistuta. “Quando torno a casa vado sempre al Rio Coronda a pescare pesci gatto, surubi e dorados, per stare tranquillo e staccare da allenamenti e partite”, così Agustin Giay a Gianlucadimarzio.com, quando mancano pochi giorni all’inizio del Sudamericano Sub-20 e con in mente il ricordo della vittoria albiceleste in Qatar. “La finale l’ho vista in casa di un amico, eravamo tranquilli fino all’80’ poi…Per fortuna è finita bene. Giocare per la Selección è sempre qualcosa di unico e bisogna cercare di goderselo perché non capita spesso. Per quello che significa per noi quella camiseta e per come la viviamo ha un valore molto importante”.
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Terzino nella difesa a quattro di Mascherano o esterno a tutta fascia nel San Lorenzo di Ruben Insua, il classe 2004 si prepara al torneo in Colombia con la celeste y blanca. “In passato ho sempre giocato a centrocampo, mezzala o esterno, ma anche come mediano. Non è molto tempo che gioco da quinto, ma mi trovo bene e cerco di migliorare giorno dopo giorno. Ora Insua mi sta schierando lì, anche se Fernando Veron mi aveva fatto debuttare in Primera e mi aveva già provato in quella posizione. Sono cresciuto guardando Messi, ma non avevo un idolo, ora invece mi ispiro a Cuadrado, Hakimi e Marcos Llorente”.
La passione per il calcio gliel’ha trasmessa la sua famiglia. “Ho iniziato a giocare nell’Argentino e nell’Union Progresista, due squadre di San Carlos, provincia di Santa Fe. Poi una persona mi ha visto e mi ha proposto di fare un provino per il San Lorenzo. Lo passai, ma avevo 10 anni e ho preferito restare con la mia famiglia”. Suo padre Maximiliano lavora in una fabbrica di elastici e come dirigente nell’Argentino, mentre sua mamma è una casalinga. “Io e i miei genitori siamo rimasti in contatto con il San Lorenzo, mi invitavano a giocare tornei e nel frattempo mi voleva anche il Colon. Ho finito la scuola elementare e ho scelto di trasferirmi a Buenos Aires. Il Colon era più vicino a casa, ma il San Lorenzo è un club conosciuto in tutto il mondo, con infrastrutture, centro sportivo e pensione. Il sacrificio è stato lasciare la mia famiglia e i miei amici per vivere nel convitto con ragazzi che non conoscevo, ma è necessario per diventare calciatore”.
Ad aiutarlo ad ambientarsi nel settore giovanile azulgrana ci ha pensato Flavio Roca. “È stato uno degli allenatori più importanti. Mi ha portato e mi ha accolto al San Lorenzo. Sono rimasto in contatto con lui, continua a darmi consigli ed è una persona a cui sono molto affezionato”. Un altro che ha creduto in Giay è Javier Mascherano, da allenatore della Seleccion Sub20. “Con il ct mi trovo bene, ci mostra molti video, ci ha insegnato tanto da quando è arrivato. Anche se è alla prima esperienza, lui ha lavorato con allenatori top. Lavora sulla sua idea di gioco, ci trasmette fiducia e ci dà libertà quando c’è da giocare”.
Lo scorso luglio, El Jefecito ha nominato capitano Giay per il Torneo de L’Alcudia che l’Argentina ha vinto 4-0 contro l’Uruguay in finale e il primo gol lo ha segnato proprio il terzino del San Lorenzo. “Mi disse che mi aveva scelto per il mio modo di comportarmi, la mia leadership e perché da molto tempo mi allenavo con lui. Sono rimasto contento, non c’è nulla di meglio che rappresentare il proprio Paese e figuriamoci con la fascia al braccio, poi alzare il trofeo è stata la ciliegina sulla torta”. Ma prima di festeggiare, Mascherano si era intrattenuto qualche minuto con i suoi terzini, Giay e Valentin Barco. “Con El Colo abbiamo un bel rapporto, giocavamo insieme anche negli anni precedenti ed eravamo compagni di stanza. La sera prima della finale il ct ci ha detto che sarebbe stata una partita difficile, ma che ce la saremmo dovuta godere. Ci aveva detto che l’Uruguay cercava spesso lanci sugli esterni e quindi di stare attenti. Al fischio finale gli abbiamo detto che aveva ragione, ma che avevamo fatto molto bene e per questo ci ha fatto i complimenti”.
Con il San Lorenzo ha un contratto fino al 2026 e ha segnato 1 gol in 23 presenze sin qui, nel Clasico contro il Boca. “Il mio primo gol in Primera è arrivato contro un avversario importante. Uno dei momenti più belli della mia vita. La gente che mi incontra per strada me lo ricorda sempre”. L’Argentina e il San Lorenzo nel suo presente, mentre nel suo futuro sogna l’Europa, grazie anche al passaporto italiano che dovrebbe conseguire nelle prossime settimane per le origini di Abbadia Alpina dei suoi antenati. “Guardo tanto calcio europeo perché lì giocano i migliori. Ad oggi credo che la Premier sia il campionato con il livello più alto”. Ora però testa al Sudamericano, la vetrina che potrebbe permettergli di alzare un nuovo trofeo e magari di realizzare i suoi sogni.