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Germania-Italia: servirà un’impresa titanica?

Esattamente quattro anni fa Mario Balotelli spegneva per l’ennesima volta i sogni di gloria della Germania, contro l’Italia mai vittoriosa in gare ufficiali. Per gli Azzurri sarebbe stato il quarto trionfo della storia contro la Mannschaft, dopo quelli del 1970, 1982 e 2006.  Con altrettanti pareggi, nel 1962, 1978, 1988 e 1996. Sabato sera un nuovo capitolo, un nuovo Germania-Italia, ancora più gustoso. Obiettivo: Euro2016.

Ritrovarsi ai quarti di finale è di certo una sorpresa, resa tale soprattutto dal nostro cammino europeo. Lo spirito di Conte e di un gruppo innegabilmente coeso – anche se così non talentuoso come nel passato – ci ha permesso di superare l’ostacolo spagnolo, il primo di una serie davvero lunga. Contro i tedeschi servirà un’impresa titanica, come l’ha definita il nostro CT dopo il 2-0 alle Furie Rosse. Oggi, la Germania ha l’atteggiamento di una corazzata perfetta, in piena fiducia. Scalfirli è davvero impossibile?

 CLUB – Lo ha ribadito anche Antonio Conte: l’Italia non è una selezione, ma qualcosa che di più si avvicina a un club. Non in campo necessariamente i migliori, dunque, ma quelli che meglio si adattano a un certo stile di gioco. Proprio su questi capisaldi, la Germania di Löw ha fondato il suo ciclo vincente: dieci anni di idee e di continuità. Tre generazioni, che si sono unite a formare una macchina che guarda sempre al futuro.

E anche a Euro2016 le scelte fatte dal CT di Friburgo non possono che riportare a questo concetto. Non è un caso, quindi, che a prendere il posto di Lahm – anche se dopo due partite di assestamento nelle quali ha giocato Höwedes – sia stato Joshua Kimmich, giovane con pochissima esperienza in nazionale. Il classe 1995 del Bayern è stato la chiave che ha fatto svoltare la Germania in questo Europeo, il cervello pensante sulla fascia, come piace proprio a Löw.

DIFESA – Dopo la vittoria contro il Belgio, i media tedeschi avevano definito l’Italia un gruppo di “vecchietti maestri della tattica”. E, visti i risultati, deve essere vero: la nostra organizzazione, soprattutto quella difensiva, non può che fare invidia. Dal canto suo, anche la Germania può vantarsi di non aver subito neppure in gol in questo torneo. Vanto che porta un nome e un cognome: Manuel Neuer. Sabato sera sarà guerra tattica aperta, con la possibilità che Löw provi anche a cambiare, magari rischiando una difesa a 3.

L’ultimo tentativo (sconfitta 3-1 con la Slovacchia) finì male, ma in quell’amichevole mancavano davvero tanti interpreti. Le ripartenze dell’Italia sono forse la causa di maggior preoccupazione per l’allenatore tedesco e il 4-4-2 (2-6-2?) molto spregiudicato delle ultime gare potrebbe non essere il modulo adatto. Anche se – c’è da ammetterlo – Boateng e Hummels sono in un tale momento di forma da poter comporre tranquillamente una difesa a 2. Ma l’Italia non è l’Irlanda del Nord. E neppure la Slovacchia.

NOVE – A fare il paio con l’inserimento di Kimmich, la più grande novità in salsa tedesca di questo Europeo è il ritorno in campo di Mario Gomez. Il ritorno del nove vero, concetto che era entrato in crisi dopo l’addio di Klose. Götze in avanti non ha funzionato nelle prime due partite di Euro2016, mentre il Torero del Besiktas sembra fare proprio il caso di Löw; non tanto per quello che fa, quanto per gli spazi che crea. In questo Müller ha cominciato a sguazzare, anche se l’incubo del gol europeo ancora lo perseguita. La fantasia offensiva della Germania e dei suoi talenti (Draxler, Özil & co) è la vera arma letale. Un incubo? Tanto quanto quello italiano per la stessa Mannschaft. Appuntamento a sabato.